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Moschee, passa la mozione della Lega: telecamere e no alla sanatoria del Comune di Milano

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a larga maggioranza (anche col voto del Pd) una mozione presentata dalla Lega sulla questione moschee: prevede il censimento dei centri culturali islamici, l’installazione di telecamere all’esterno dei luoghi di culto e la creazione di un registro degli imam. Approvato anche un emendamento (col voto contrario del Pd) che blocca la regolarizzazione dei luoghi di culto ufficiosi che il Comune di Milano aveva avviato.
A cura di Francesco Loiacono
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Telecamere all'esterno delle moschee, un controllo sui testi e le lezioni che vengono tenute all'interno e un registro degli imam. Oltre allo stop alla sanatoria che, a Milano, avrebbe dovuto consentire ai centri culturali e alle associazioni islamiche, di fatto già dei luoghi di culto ufficiosi, di diventare vere e proprie moschee. Sono questi i punti principali di una mozione presentata dalla Lega al Consiglio regionale della Lombardia, votata e approvata a larga maggioranza, anche con il sostegno del Partito democratico. Pd che si è però opposto a un particolare emendamento, presentato dal consigliere di Forza Italia e sottosegretario di regione Lombardia Fabio Altitonante, che impegna la giunta di Attilio Fontana a "prevedere una norma regionale che non consenta la sanatoria di centri culturali abusivi all'interno dei Piani di governo del territorio (Pgt) dei Comuni".

Un emendamento (approvato con 55 voti favorevoli e 18 contrari) che rischia di mettere seriamente i bastoni tra le ruote al Comune di Milano. L'idea di Palazzo Marino, con il cosiddetto "piano moschee", era infatti quella di regolarizzare quattro centri culturali e associazioni islamiche già attivi e noti in città, che nei fatti sono dei luoghi di culto: via Padova (zona Loreto), via Maderna (periferia Est, zona Forlanini), via Gonin (zona Giambellino) e via Quaranta (periferia sud, zona Vigentino) sono i luoghi in cui si trovano i centri da regolarizzare. La regolarizzazione dei luoghi di culto era stata inserita dal Comune di Milano all'interno del Piano per le attrezzature religiose (Par), uno strumento che integra il Pgt (Piano di governo del territorio) e che era stato chiesto dalla legge regionale del 2015 che aveva fatto arenare il precedente tentativo dell'amministrazione comunale milanese di costruire nuovi luoghi di culto, tramite il cosiddetto "bando per le moschee" del 2014. Adesso che il nuovo percorso di regolarizzazione intrapreso dal Comune di Milano era appena all'inizio, l'approvazione della mozione rischia di far saltare nuovamente il banco: e i cittadini milanesi di fede islamica rischiano di dover aspettare ancora anni per poter professare il proprio credo – diritto sancito dalla Costituzione – in una moschea "ufficiale".

Sì la censimento dei centri culturali, no alla chiusura di quelli illegali

Nella mozione approvata, oltre ai punti già esposti, si chiede anche alla Giunta regionale di proseguire nel censimento dei centri culturali islamici presenti sul territorio regionale, di adoperarsi affinché i luoghi di preghiera e di culto mantengano standard decorosi e rispettosi delle norme vigenti e siano accessibili anche a visitatori non musulmani. I rappresentanti delle comunità islamiche dovranno inoltre assicurare alla giunta la massima trasparenza nella gestione e documentazione dei finanziamenti ricevuti. È stata invece respinta con voto segreto (33 contrari, 28 a favore e 11 astenuti) la mozione presentata dalla consigliera del Gruppo misto (ex Forza Italia) Silvia Sardone che chiedeva tra l’altro di attivare Comuni, prefetti e questori affinché si adoperassero per una rapida chiusura dei centri islamici illegali.

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