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Moschee a Milano, De Corato dopo la strage di Parigi: “L’attacco serva da monito”

Il vicepresidente del Consiglio comunale contro le critiche del Caim al bando sui luoghi di culto del Comune: “Oggi è il giorno sbagliato per chiedere meno controlli”. E a Majorino: “Ritiri il bando”. Ma l’assessore replica a tutte le critiche: “Nessuna discriminazione, non ritireremo il bando”.
A cura di Francesco Loiacono
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"Questo tragico attacco terroristico ci serva da monito". Il vicepresidente del Consiglio comunale di Milano Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d'Italia-An in Regione, è intervenuto sulla questione milanese del bando per i luoghi di culto – pubblicato lo scorso 30 dicembre sul sito del Comune – collegandolo alla strage avvenuta mercoledì mattina nella redazione parigina del magazine Charlie Hebdo. De Corato punta il dito sulle critiche al bando arrivate dal Caim, il coordinamento delle associazione islamiche di Milano, che a suo dire vorrebbe meno controlli per esercitare il culto. "Oggi, dopo la strage avvenuta a Parigi, è veramente il giorno sbagliato per chiedere meno controlli", afferma De Corato, che ha poi passato in rassegna gli elementi non graditi dal Caim: "Le scarse dimensioni (a detta loro) degli spazi e i punti assegnati ai partecipanti che hanno sottoscritto la Carta dei valori del Governo e che hanno ottenuto l'approvazione dei ministri di culto da parte del Ministero dell'Interno".

Il riferimento del Caim, esplicitato mercoledì mattina dal coordinamento islamico, è alla norma, introdotta all'ultimo all'interno del bando, che assegna un punteggio in più a quelle associazioni che in passato parteciparono al percorso di dialogo con le istituzioni nazionali cui diede vita il Governo Prodi. "Non solo vogliono ottenere le loro moschee con agevolazioni e sconti ma si lamentano pure, né evidentemente intendono sottoscrivere la Carta dei valori e accettare i giusti controlli del ministero dell’Interno", chiosa De Corato, augurandosi che l'assessore alle Politiche sociali Piefrancesco Majorino "ritiri il bando".

Majorino: "Non intendiamo ritirare il bando"

Dal suo canto, l'assessore Majorino risponde a tutte le critiche senza indietreggiare di un passo. "Non abbiamo nessuna intenzione di ritirare il bando riguardante i luoghi di culto. Esso non introduce nessun tipo di discriminazione", è la risposta alle osservazioni giunte dal Caim. L'assessore cerca di tenere separate le questioni del bando sui luoghi di culto e della strage di Parigi, in merito alla quale, su Facebook, appare solo un commento: "La follia fondamentalista va sempre combattuta".

Più articolata la sua risposta nel merito delle osservazioni del coordinamento della associazioni islamiche. Il bando "fa semplicemente riferimento ad alcuni aspetti che possono attribuire ‘premialità' in modo non vincolante per chi presenta i progetti", spiega Majorino. "In particolare il punto più contestato dal Caim, quello introdotto a seguito della scelta operata dal Consiglio comunale, esplicita semplicemente che una strada, non certo l’unica, per acquisire valore nella presentazione del progetto riguarda l’aver partecipato al percorso di dialogo con le istituzioni nazionali cui diede vita il Governo Prodi. Non capisco – afferma poi l'assessore – in nome di quale strano ragionamento dovremmo considerare come fattore premiale avere rapporti con Istituzioni nazionali di altri Paesi, come può accadere attraverso il Bando, e non averceli con le Istituzioni italiane. Noi continuiamo sulla nostra linea e cioè di lavorare affinché il diritto di culto sia garantito nel nome dei principi di legalità".

Nel tardo pomeriggio di mercoledì, l'assessore ha poi precisato in una nota il suo pensiero: "Son convinto di due cose a cui non voglio rinunciare. Primo: va garantito il diritto di culto, senza discriminazioni. Secondo: per combattere la follia fondamentalista (se posso usare queste parole) sono più efficaci i luoghi trasparenti e in regola piuttosto che i garage e gli scantinati.

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