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Morti sospette in un ospedale del Bergamasco: la procura fa riesumare sei corpi

Si allarga l’inchiesta sulle morti sospette che sarebbero avvenute alla fine dell’anno scorso nell’ospedale di Piario, in provincia di Bergamo. Secondo la procura un’infermiera avrebbe somministrato dosi di Valium non prescritte ad alcuni pazienti, causando la loro morte. La donna è indagata a piede libero.
A cura di Francesco Loiacono
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(Archivio)
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Si allarga l'indagine su alcune morti sospette avvenute nell'ospedale di Piario, in provincia di Bergamo. Nel mirino degli inquirenti c'è un'infermiera di 43 anni, A.R., accusata di omicidio preterintenzionale. Secondo le ipotesi della procura la donna avrebbe somministrato nel corso dell'ultima metà dello scorso anno del Valium ad alcuni pazienti ricoverati nel nosocomio. L'intenzione dell'infermiera sarebbe stata quella di sedarli durante la notte, ma le dosi non prescritte del medicinale avrebbero portato alla morte di alcuni di loro. I corpi di sei pazienti deceduti, tutti di età compresa tra i 62 e i 75 anni, saranno quindi riesumati per verificare le ipotesi degli inquirenti.

Sequestrate 89 cartelle cliniche

Il caso è partito dalla denuncia dei familiari di tre persone che sono passate dalle cure dell'infermiera, indagata a piede libero e da novembre trasferita all'ospedale di Lovere dove però risulta sempre in malattia. Due di questi pazienti si erano salvati dopo essere finiti in coma a causa della dose eccessiva di tranquillante assunta, mentre un terzo era deceduto: il suo corpo non potrà essere riesumato perché è stato cremato. L'inchiesta potrebbe però assumere una dimensione molto più vasta: nel complesso sono infatti 89 le cartelle cliniche sequestrate nell'ospedale della Val Seriana dove esercitava l'infermiera indagata. La procura potrebbe adesso decidere di riesumare anche i corpi di pazienti più giovani, persino cinquantenni, deceduti nel nosocomio in circostanze poco chiare.

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