Morte di Jessica Mantovani, la perizia: “Massacrata a calci e pugni, gettata viva nella centrale”
Jessica Mantovani sarebbe stata massacrata di calci e pugni dal suo assassino, che poi l'avrebbe gettata ancora viva nella vasca della centrale idroelettrica di Prevalle, nel Bresciano. È la nuova verità emersa in una perizia di parte sulla morte della 37enne, trovata senza vita nel mese di giugno tra le grate della centrale. In una prima fase le indagini si erano concentrate sulle ipotesi dell'incidente o di un gesto volontario, ma dopo l'autopsia era cambiato tutto: il medico legale ha verificato che la donna non è morta per annegamento, ma per le percosse ricevute.
Giallo sulla morte di Jessica Mantovani: in una perizia di parte trova conferma l'ipotesi di un pestaggio
Il consulente medico di parte, il professor Andrea Gentilomo, nella relazione sulla morte di Jessica mette nero su bianco l'ipotesi del pestaggio: "La frattura del naso, la lacerazione delle labbra sono state provocate da percosse; analoga spiegazione può avere la frattura delle costole". Una conferma di quanto già certificato dall'esame autoptico, da cui era emerso un "quadro lesivo di natura contusiva apprezzato sul cadavere" definito "compatibile con l'impiego di mezzi di offesa naturali come calci e pugni". La vittima era ancora viva quando è stata gettata nella centrale idroelettrica.
Il padre della vittima: Ora spero che le indagini accelerino
"Spero che le indagini ora subiscano un'accelerata", ha dichiarato il padre della 37enne al Giornale di Brescia, commentando gli esiti della perizia. Per la morte di Jessica sono già indagati a piede libero un 53enne e un giovane di 23 anni di Prevalle, coinvolti nell'inchiesta della Procura di Brescia con l'ipotesi di reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Le verifiche, affidate ai Ris di Parma, si concentrano su alcune tracce di sangue trovate nel baule dell'auto del sospettato più giovane. C'è anche un paio di occhiali, recuperato sotto il sedile della stessa auto: secondo gli inquirenti sarebbero riconducibili alla vittima.