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Millantava tangenti per Expo, patteggia un anno e due mesi

Mirco Benacchio, consulente di una multinazionale di impianti elettrici, ha patteggiato con i pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi un anno e due mesi per millantato credito: tramite presunte conoscenze e documenti riservati di Expo si offriva per garantire contratti in anticipo sulla concorrenza alla multinazionale per cui lavorava: ma non c’è mai stata alcuna “corsia preferenziale”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il malaffare, vero e presunto, intorno a Expo 2015 è un fatto ormai assodato. Ma un'inchiesta della Procura di Milano, raccontata dal Corriere, ha dimostrato come attorno all'Esposizione universale di Milano ruotino anche molti millantatori, che giocano sulle notizie degli ultimi mesi per vantare corsie preferenziali e documenti riservati che possano produrre vantaggi per loro e per le imprese con cui lavorano. È questo il caso di Mirco Benacchio, un consulente della Bilfinger Sielv Facility Management srl, multinazionale degli impianti elettrici e radiotelevisivi e idrosanitari e di climatizzazione. Un'azienda già nell'orbita Expo, perché per la manifestazione deve realizzare i cluster su alcuni temi e perché fa parte della cordata Mantovani spa che si è aggiudicata l'appalto per la Piastra. Con i manager della Bilfinger Benacchio si vantava, alla luce di un documento interno giratogli da Angelo Paris – ex responsabile acquisti di Expo arrestato l'8 maggio per tangenti e che ha poi patteggiato una pena a 30 mesi – di poter conoscere e raggiungere in anticipo rispetto ad altri concorrenti i progettisti dei padiglioni di quei Paesi che non hanno mezzi propri per costruirseli. Un business al quale la Bilfinger era interessata. Oltre a questo vantaggio, Benacchio asseriva anche che, d'accordo con Paris, lo stesso ex dirigente di Expo avrebbe sponsorizzato la Bilfinger di fronte ai progettisti contattati.

Millantava tangenti per Expo

L'inchiesta dei pubblici ministeri Paolo Filippini e Giovanni Polizzi ha però mostrato come la realtà fosse molto diversa. Innanzitutto l'azienda Bilfinger non è stata parte attiva di alcuna corruzione: i manager hanno ascoltato le proposte di Benacchio, senza dargli troppo credito. E il credito di Benacchio, alla fine, era solo millantato: questo è, infatti, il reato per il quale il consulente ha patteggiato con i pm una pena sospesa di un anno e due mesi. Non ci sono state tangenti pagate a Paris, e anche il documento riservato giratogli dall'ex manager di Expo, tanto riservato non era: si trattava di una semplice lista con i nomi dei consoli dei vari Paesi e dei progettisti dei padiglioni. Un elenco da cui non è scaturita alcuna corsia preferenziale: era solo il mezzo, come ha rivelato poi Benacchio ai pm, per chiedere compensi più alti alle multinazionali per le quali lavorava procacciando affari. Almeno per questa volta, l'Expo sembra uscirne indenne: potrà concentrarsi sui tanti problemi che già l'affliggono.

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