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Milano, uccide il compagno con la spada dei samurai: “Non volevo”

Valentina Aguzzi, la 44enne che ieri a Milano ha ucciso il compagno Mauro Sorboli con una spada katana, ha ripetuto agli inquirenti che non voleva ucciderlo. La donna è al momento piantonata all’ospedale Fatebenefratelli: è accusata di omicidio volontario.
A cura di Francesco Loiacono
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La vittima, il 40enne Mauro Sorboli (Facebook)
La vittima, il 40enne Mauro Sorboli (Facebook)

"Non volevo ucciderlo". Ha ripetuto questo agli inquirenti dell'Ufficio prevenzione generale della questura Valentina Aguzzi, la 44enne che ieri ha ucciso il compagno Mauro Sorboli, 40enne, recidendogli un'arteria con un colpo di katana, la tipica spada dei samurai giapponesi. All'indomani della tragedia avvenuta in via Filippo Carcano a Milano, sul Corriere della sera è riportata una prima ricostruzione di quanto avvenuto nel piccolo appartamento di proprietà di Sorboli dove i due vivevano.

L'episodio al culmine di una lite

Tutto sarebbe nato a quanto pare da una lite, culminata in quello che doveva essere un tentativo di autolesionismo da parte della 44enne: "Adesso mi taglio, mi ammazzo, vuoi vedere?", ha detto la donna al compagno, che probabilmente ubriaco la guardava dal letto. Nel dire queste parole Valentina Aguzzi ha preso dal muro la spada con lama di circa 30 centimetri custodita come oggetto di arredamento. Poi, però, anziché rivolgersi l'arma verso di sé, complice qualche insulto da parte dell'uomo, Valentina ha perso il controllo colpendolo appena sopra al ginocchio. Un colpo che poteva causare una ferita o poco più: e invece la spada ha lacerato l'arteria femorale, facendo morire per dissanguamento l'uomo.

La donna si è sentita male: è piantonata in ospedale

La donna ha provato invano a tamponare la ferita e ha poi chiamato i soccorsi. Inutili: il 40enne Sorboli è morto poco dopo le 15. La sua compagna si è sentita male ed è stata portata all'ospedale Fatebenefratelli, dove è tuttora piantonata: si trova in stato di arresto, con l'accusa per il momento di omicidio volontario. Le successive indagini proveranno a chiarire se davvero le intenzioni della donna non fossero quelle di uccidere il compagno, con cui conviveva da circa un anno. Un rapporto costellato da liti, ma mai sfociate in diverbi accesi tali da richiedere l'intervento della polizia. A parte l'ultimo, fatale episodio di sabato pomeriggio. Avvenuto, per una sinistra coincidenza, nella strada che 13 anni fa fu teatro di una strage: autore Andrea Calderini, che uccise la moglie e un'altra donna e, dopo aver ferito tre passanti da casa sua, si tolse la vita.

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