Milano, street food e orti urbani a Porta Genova: rinasce il “Mercato metropolitano”
Durante l'Expo è stato un successo: parliamo del "Mercato metropolitano" di Porta Genova a Milano, un luogo sorto negli spazi prima abbandonati dello scalo ferroviario, che per sei mesi hanno ospitato street food, ristoranti e mercatini con prodotti agricoli biologici e di qualità. Adesso, dopo l'estate, il "Mercato metropolitano" potrebbe rinascere con un nuovo nome, ma con una formula praticamente invariata.
Secondo quanto riporta il quotidiano "La Repubblica" infatti Unaproa, il consorzio di agricoltori che ha gestito il "Mercato metropolitano", ha inviato una lettera di interessamento al Comune di Milano per chiedere di nuovo la gestione dell'area, uno spazio di 15mila metri quadri. Si tratterebbe di un affidamento temporaneo di quattro mesi, fino a dicembre, per realizzare il "Mercato agricolo". A discapito del nome parzialmente diverso, si dovrebbe trattare di una sorta di riedizione del "Mercato metropolitano". A farla da padrone lo street food di qualità, con spazio agli orti urbani, a mercati con prodotti stagionali, a corsi di orticoltura e a eventi culturali.
Da Palazzo Marino sembra sia arrivato già un primo via libera: "Da parte nostra siamo favorevoli. Adesso aspettiamo un progetto definitivo e poi potranno partire", ha detto l'assessore al Commercio Cristina Tajani. C'è però un piccolo giallo: la passata gestione del Mercato metropolitano è finita con pesanti debiti e pignoramenti. A occuparsene era una società di scopo incaricata da Unaproa, con la quale il consorzio ha spiegato che è aperto un contenzioso. Il Comune ha comunque chiesto chiarimenti a Unaproa affinché non si ripetano episodi del genere.
In ogni caso, i più contenti per la possibile riapertura del mercato di Porta Genova sono i residenti della zona: per anni il luogo ha versato in condizioni di degrado. Con l'Expo e il Mercato metropolitano, invece, è diventato uno dei luoghi nevralgici della movida milanese, con oltre tre milioni di accessi nei sei mesi dell'Esposizione universale. E per una volta, almeno, sembra che tutti i residenti della zona abbiano convenuto su una cosa: che la folla e il caos, con i relativi disagi, sono comunque meglio dell'abbandono e del degrado. Magari nel silenzio più totale.