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Milano, si indaga dopo il murale con la scritta: “Fontana assassino”

Indagini in corso dopo le minacce via social e la scritta ingiuriosa apparsa sui Navigli di Milano contro il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Il murale “Fontana assassino” è stato firmato e rivendicato dai Carc, Comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo: “Un messaggio violento e che incita all’odio”, ha detto la consigliera regionale leghista Silvia Scurati. Unanime la condanna e la solidarietà al governatore da parte della politica.
A cura di Francesco Loiacono
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La scritta apparsa sul Naviglio di Milano
La scritta apparsa sul Naviglio di Milano

Dopo le condanne e la solidarietà bipartisan, anche la Digos e l'antiterrorismo si sono mosse a proposito del murale apparso su un muro lungo il Naviglio di Milano. Una grossa scritta con la dicitura "Fontana assassino", accompagnata dalla firma dei Carc, Partito dei Comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo che sul proprio sito ha rivendicato la scritta, spiegando: "La gestione dell’emergenza Covid-19 di Fontana e della giunta leghista della regione Lombardia è stata criminale: ha portato a morti evitabili, ha alimentato il contagio evitando le misure necessarie a contenerlo (tamponi per tutti, distribuzione di mascherine gratuita annunciata poi non fatta etc), ha mandato a morire i nostri anziani nelle RSA. Fontana e il suo partito hanno sulla coscienza 15mila morti in Lombardia".

Il clima preoccupa gli investigatori

La scritta, come spiegato dagli stessi Carc, era già presente da una settimana. Ma si aggiunge a minacce ricevute via social dal governatore lombardo a proposito della gestione dell'emergenza sanitaria. Una gestione molto criticata a livello politico, tanto che alcuni partiti della sinistra milanese riuniti nella sigla Milano 2030 hanno chiesto il commissariamento della Sanità regionale e, all'interno del Pirellone, è stata istituita una commissione d'inchiesta per cui si aspetta di nominare un presidente. Ma se le critiche politiche sono legittime, il timore è che altri segnali, come le minacce social e appunto la scritta apparsa in zona Crescenzago, siano spie di un clima che possa portare anche a gesti pericolosi. Lo ha detto la consigliera regionale leghista Silvia Scurati, che a proposito del murale ha parlato di "un messaggio violento e che incita all'odio" aggiungendo che "l'escalation verbale può portare a derive pericolose e ad atti di reale violenza". Lo temono, stando a quanto riporta il "Corriere della sera", anche gli investigatori della Digos che però hanno escluso timori concreti per la sicurezza di Fontana. Il governatore, intanto, dopo il murale ha incassato la solidarietà di tutti: dal sindaco di Milano Beppe Sala a tutte le forze di opposizione. "Piena solidarietà al governatore e al gruppo della Lega", hanno scritto i Cinque stelle.  e comunque, ogni forma di violenza che non ha nulla a che vedere con la legittima dialettica democratica".

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