Milano, scontro tra filobus e camion rifiuti: la procura indaga sul cellulare dell’autista
Il drammatico incidente di sabato mattina tra un filobus della linea 91 e un camion rifiuti dell'Amsa, che ha visto la 49enne filippina Shirley Calangi perdere la vita, potrebbe essere stato causato da una distrazione del conducente dell'Atm alle prese con il telefonino. La procura vuole infatti vederci chiaro sulla mancata precedenza semaforica che ha scatenato il tragico episodio nel quale altre 11 persone sono rimaste ferite.
L'indagine sul cellulare e sugli orari di lavoro
Come riportato dal "Corriere della Sera", l'obiettivo principale in questa fase delle indagini della procura sarà quello di verificare che il conducente non stesse usando il cellulare durante o poco prima l'impatto col camion dell'Amsa. Dalle immagini si evince perfettamente che il filobus non si è fermato al rosso dell'incrocio dalla cui destra sopraggiungeva il mezzo della raccolta dei rifiuti che non ha potuto fare nulla per evitare il violento impatto. Se le indagini daranno esito negativo circa la distrazione dell'uomo, serviranno ulteriori approfondimenti. Per questo motivo il magistrato avrebbe incaricato il Nucleo radiomobile della polizia locale di controllare anche i turni di lavoro dell'autista. Da un primo check, pare che il conducente fosse appena entrato in servizio (da circa cinque minuti), motivo per cui anche l'ipotesi relativa alla fretta o ad un ritardo sulla tabella di marcia come causa principale del mancato stop al semaforo appare remota.
Chi era la donna morta nell'incidente
La vittima, Shirley Ortega Calangi, aveva 49 anni ed era una baby sitter che accudiva i figli di una famiglia milanese. Per lei, il sindaco di Milano Beppe Sala ha espresso parole di lode: "Mi è stata dipinta da quanti a lei vicini come una donna straordinaria, grande lavoratrice e estremamente affidabile. Mi ha colpito in particolare il racconto della famiglia italiana presso la quale lavorava e dell’affetto che tale racconto esprimeva. Una storia come tante, una donna immigrata che svolgeva con dedizione uno di quei lavori che sembrano ormai destinati solo a queste persone che vengono da lontano". Il primo cittadino ha poi manifestato il proprio dolore per la perdita della signora: "Sono profondamente addolorato e sono conscio di dover fare sempre tutto il possibile per garantire ai miei concittadini quelle condizioni di vita dignitosa e sicura che meritano. E di sentirmi pienamente responsabile quando ciò non avviene".