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Milano, riapre il Cenacolo Vinciano: pochi visitatori alla volta per un’esperienza intima e unica

A Milano ha riaperto, dopo quasi tre mesi di stop per l’emergenza Coronavirus, il Museo del Cenacolo Vinciano, che ospita il delicato capolavoro di Leonardo Da Vinci, l’Ultima Cena. Si entra in 5 alla volta, con mascherine e gel igienizzanti. Per i visitatori si tratta di un’esperienza emozionante e intima: “Un patrimonio chiuso è un patrimonio dimezzato – ha sottolineato a Fanpage.it Emanuela Daffra, Direttrice regionale Musei Lombardia – non perde di valore ma perde di senso, perché il senso è in funzione delle comunità che gli stanno intorno”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il Cenacolo Vinciano, capolavoro del genio del Rinascimento, torna ad accogliere i visitatori dopo quasi tre mesi di chiusura. "Un'emozione enorme, un impegno grandissimo e una grande attesa per qualcosa che sarà qualcosa di nuovo, ma che ha ridato senso a questo luogo". Così Michela Palazzo, direttrice del Museo del Cenacolo di Milano, ha riassunto a Fanpage.it cosa ha significato la riapertura, avvenuta a partire dal 9 giugno dopo l'adozione di rigidissime misure di sicurezza.

Le nuove misure: si entra in 5 alla volta

Già prima dell'emergenza Coronavirus, tra l'altro, la particolarità realizzativa del capolavoro di Leonardo Da Vinci – realizzato con una tecnica sperimentale mista su intonaco alla fine del Quattrocento che lo rende particolarmente sensibile all'umidità – imponeva particolari condizioni nelle visite: poche persone alla volta, introdotte in un ambiente climatizzato dopo un passaggio in una sorta di camera di compensazione tra l'atmosfera interna e quella esterna. Dal 9 giugno le condizioni sono ancora più rigide: si entra in massimo 5 alla volta, con l'obbligo di indossare mascherine e la presenza di dispenser per l'igiene delle mani in vari luoghi del museo e dell'ex refettorio del convento adiacente al Santuario di Santa Maria delle Grazie che ospita quello che è universalmente noto come l'Ultima cena di Leonardo: "Ci siamo attrezzati in maniera da garantire a tutti i visitatori e anche al personale che lavora con noi il massimo della sicurezza lavorando su due fronti, il distanziamento e la possibilità di igiene: quindi gel e la possibilità di lavarsi di frequente le mani: un ambiente sicuro", ha spiegato Emanuela Daffra, Direttrice regionale Musei Lombardia.

Già venduti tutti i biglietti di giugno

"La speranza che avevamo era quella che i tanti milanesi, lombardi e italiani che non fossero mai stati qui cogliessero questa opportunità di vedere quest'opera in condizioni di tranquillità estrema – ha spiegato la direttrice Palazzo -. Questo messaggio è arrivato". In effetti, dopo i primi giorni in cui i più intraprendenti sono riusciti a trovare un biglietto prenotandosi online (la prenotazione è obbligatorio), in poco tempo sono andati esauriti tutti i biglietti per giugno, come si può vedere sul sito. La soddisfazione, per chi è riuscito a visitare il Cenacolo, è stata enorme: "Essere gli unici dentro a goderselo è una bellissima sensazione", ha raccontato una delle prime visitatrici.

Un patrimonio chiuso è un patrimonio dimezzato, perde di senso

L'anno scorso erano stati 445.728 i visitatori del Cenacolo, che ne avevano fatto il quindicesimo museo più visitato d'Italia. Sarà naturalmente difficile eguagliare quei risultati, ma l'importante è che il capolavoro abbia ritrovato il suo senso: quello di poter essere ammirato, condiviso, vissuto in una maniera ancora più intima per via delle nuove norme da chi gli sta intorno. "Un patrimonio chiuso è un patrimonio dimezzato – ha sottolineato la direttrice Daffra – non perde di valore ma perde di senso, perché il senso è in funzione delle comunità che gli stanno intorno".

(Interviste di Davide Arcuri e Carla Falzone)

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