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Milano, polemiche per la festa senza la parola “Natale” a scuola: la replica dell’istituto

Una scuola di Milano ha organizzato per il 17 dicembre una festa prima delle vacanze natalizie, da cui però la parola “Natale” è stata volutamente eliminata per non urtare la sensibilità delle famiglie non cattoliche, includendo così tutti. L’episodio ha suscitato veementi polemiche, ma la dirigente scolastica ha precisato: “La festa del 17 era in aggiunta: il Natale lo festeggiamo eccome, con presepe, albero e canti”.
A cura di Francesco Loiacono
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La locandina della festa al centro delle polemiche
La locandina della festa al centro delle polemiche

Un caso che forse non lo è. Una scuola di Milano, l'istituto comprensivo Italo Calvino in zona Precotto, il 17 dicembre ha organizzato la "grande festa delle buone feste". Un'iniziativa per salutare genitori, alunni e docenti prima delle vacanze natalizie, da cui però la parola "Natale" è stata accuratamente e volutamente esclusa per non urtare la sensibilità delle famiglie non cattoliche, includendo così tutti. L'episodio ha suscitato inevitabili polemiche sia a livello politico – con in testa il presidente del Municipio 2, il leghista Samuele Piscina, che ha parlato di "atto che fomenta l’intolleranza verso la nostra cultura" – sia mediatico, con il commentatore del "Corriere della sera" Massimo Gramellini che quest'oggi ha dedicato alla vicenda la sua rubrica quotidiana, dal titolo "Non buon Natale": "Esiste un modo infallibile di non offendere la sensibilità degli altri ed è smettere di averne una propria – afferma Gramellini nel suo odierno "Caffè", in cui il giornalista critica in maniera ironica la decisione dell'istituto Calvino – Ci stiamo arrivando. Nel mondo slavato dei non luoghi e delle non identità, l’unica soluzione possibile è la negazione perpetua. Non auguri di non buone feste di non Natale a tutti (e non)".

La scuola: La festa del 17 è in aggiunta, il Natale si festeggia eccome

C'è però, a quanto pare, un aspetto della vicenda che sia la Lega (e tutti gli altri partiti che si sono accodati nelle polemiche), sia lo stesso Gramellini ignorano: e cioè che la "Grande festa delle buone feste" è semplicemente un'iniziativa aggiuntiva rispetto a quelle tradizionali per il Natale, che prevedono tra l'altro la realizzazione del tradizionale presepe, dell'albero, oltre a mostre a canti tipici natalizi. Lo spiega, bene, una circolare diramata proprio quest'oggi dalla dirigente dell'istituto Calvino, Dorotea Russo. Nella nota si spiega che "le scuole dell’Infanzia festeggeranno il Natale il giorno 18 dicembre alle ore 14" nei plessi Rucellai e S. Uguzzone, con i bambini che "addobberanno l’albero o il presepe ‘in diretta', cantando insieme brani tratti dal repertorio tradizionale e di musica leggera". E, ancora, che sempre nel plesso di S. Uguzzone "sarà possibile visitare il grande Presepe dei 5 continenti realizzato da tutti gli alunni del plesso sotto la guida delle insegnanti di Religione". Tutte le scuole festeggeranno il Natale all'insegna della tradizione, dunque: tanto che nella circolare la preside precisa anche che "la partecipazione agli spettacoli natalizi da parte degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della Religione cattolica, anche solo come spettatori dei propri compagni, è rimessa alla libera scelta delle famiglie".

Natale cancellato, dunque? Nient'affatto. Alla negazione delle identità teorizzata da Gramellini la dirigente scolastica sembra aver contrapposto il principio di aggiungere (eventi, appuntamenti, tradizioni e valori), piuttosto che quello dell'eliminare. Niente Una soluzione che sembra all'insegna del buonsenso, soprattutto di fronte alla constatazione della sempre crescente multiculturalità della nostra scuola e della nostra società: "Qui il 23 per cento degli studenti è straniero ma il Natale si festeggia eccome, con presepe, albero e canti della tradizione, in più date e in orario scolastico, quest’anno come in passato – ha detto infatti la dirigente scolastica al Corriere, aggiungendo – La religione cattolica è tenuta in grande considerazione, la festa del 17 era in aggiunta: si tratta di un momento per includere tutti". Parole destinate probabilmente a spegnere ogni polemica.

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