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Milano, passò col rosso a 100 all’ora col suv, uccidendo un automobilista: chiesti 10 anni

Il pubblico ministero di Milano Francesco Cajani ha chiesto 10 anni di condanna per Franko Della Torre, l’uomo che lo scorso 30 aprile col suo suv travolse un’altra auto uccidendo il 57enne Livio Chiericati. L’incidente avvenne attorno alle 7 di mattina in viale Monza: Della Torre passò col rosso a oltre 100 chilometri orari, e poi fuggì lasciando agonizzante Chiericati.
A cura di Francesco Loiacono
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Il terribile incidente dello scorso 30 aprile in viale Monza, a Milano
Il terribile incidente dello scorso 30 aprile in viale Monza, a Milano

Dieci anni di carcere per Franko Della Torre, l'uomo che lo scorso 30 aprile in viale Monza, a Milano, travolse col suo suv un'auto passando col rosso uccidendo il conducente della vettura, il 57enne Livio Chiericati. È la pena chiesta dal pubblico ministero di Milano Francesco Cajani per il 33enne, che dopo l'incidente abbandonò la sua auto e scappò a piedi, lasciando il 57enne tra le lamiere dell'auto, agonizzante: Chiericati morì poco dopo per le gravi ferite.

L'imputato era fuggito, lasciando l'altro automobilista agonizzante

Le indagini sull'incidente hanno rivelato che, al momento dell'impatto, avvenuto all'altezza della fermata metro Rovereto, Della Torre stava viaggiando a una velocità superiore ai 110 chilometri orari. Il suo suv divenne un'arma letale, travolgendo e distruggendo un altro suv, a bordo del quale si trovava la vittima. Della Torre, che deve rispondere di omicidio stradale aggravato dalla fuga, era stato rintracciato poco dopo l'incidente: aveva lasciato i documenti nell'auto. Davanti agli inquirenti il 33enne, con precedenti per reati contro il patrimonio, aveva prima provato a giustificarsi dicendo di aver avuto un colpo di sonno. Poi aveva raccontato di non aver chiamato i soccorsi perché vittima di una rapina. L'uomo era stato arrestato e trasferito in carcere, a San Vittore. Il pm ha sottolineato come la condanna chiesta sia "congrua rispetto alla gravità del fatto, alla violenza omicida, all'egoismo che scappa e condanna a morte certa" e "adeguata perché si possa pensare a una funzione rieducativa" dell'imputato. Il prossimo 17 ottobre spetterà alla difesa prendere la parola: poi toccherà al giudice emettere la sentenza.

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