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Milano, oltre 10mila “furbetti” non pagano il biglietto della metro

Lo rivela l’Asstra, Associazione delle aziende di Trasporto pubblico locale. A Milano lo 0,9 per cento degli utilizzatori della metro non paga il biglietto: oltre 10mila persone su 1,2 milioni di utilizzatori. Mancano però i dati su bus, tram e passante ferroviario, dove entrare senza biglietto è più facile.
A cura di Francesco Loiacono
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Viaggiare senza biglietto sui mezzi pubblici sembra essere un vizio piuttosto comune in tutta Italia. Lo ha rivelato all'Adnkronos l'Asstra, Associazione che riunisce le aziende di Trasporto pubblico locale. A Milano, ad esempio, dai dati comunicati da Atm emerge che lo 0,9 per cento degli utilizzatori della metro non paga il biglietto: sembra poco, ma considerando che ogni giorno sono 1,2 milioni le persone che usano la metropolitana il numero dei "portoghesi" o "furbetti" supera i 10mila. C'è da dire, inoltre, che entrare senza biglietto nella metro è sicuramente più difficile che non sugli autobus o sul servizio ferroviario di superficie, il passante – come documentato da alcune inchieste giornalistiche. Peccato però che Atm non fornisca il dato complessivo di "evasori" relativo anche agli autobus e ai tram, di sua competenza.

In Italia il 20 per cento dei viaggiatori non ha il biglietto

La media italiana di persone che viaggiano senza biglietto, secono l'Asstra, è del 20 per cento. Ed è curioso notare che poi, quando i furbetti vengono pizzicati dai controllori, solo il 30 per cento di loro paga la multa. Il motivo? Dal momento che gli addetti ai controlli non sono pubblici ufficiali, chi viene fermato da loro può rifiutarsi di fornire le proprie generalità e i propri documenti. E, nel caso, li può fornire falsi. Così, il 70 per cento delle multe viene recapitato a indirizzi falsi, torna indietro e si perde nel nulla, con conseguente danno alle casse delle amministrazioni locali.

Il fenomeno nelle altre città

Dall'indagine dell'Asstra si evidenzia che tutte le città metropolitane sono interessate dal fenomeno dei portoghesi, in misure diverse: se a Bari la percentuale di evasione tariffaria stimata è del 30-31 per cento, a Roma secondo lo stesso assessorato alla Mobilità varia tra il 18 e il 40 per cento a seconda delle linee, con una media del 29 per cento di furbetti. A Napoli, invece, i dati di Unico Campania diffusi da Anm rilevano una evasione media del 16,7 per cento, ma scorporando i dati si scopre che i "portoghesi" dilagano soprattutto su bus, tram e filobus dove salgono al 37,03 per cento, molti di più che in metro (10,70 per cento) e sulle funicolari (2,49 per cento). Anche a Reggio Calabria la percentuale è a due cifre con un tasso stimato da Atam Rc del 25 per cento, mentre a Firenze la media di evasione stimata da Ataf è di poco inferiore al 14 per cento. A Bologna l'evasione rilevata da Tper è pari al 7,7 per cento, a Genova Amt misura una percentuale di portoghesi pari al 5,26 per cento, a Venezia Avm rileva un'evasione del 4,70 per cento. A Torino, infine, la percentuale secondo Gtt è del 4 per cento.

Le iniziative contro i furbetti

Le iniziative lanciate dalle aziende di trasporto locale per combattere i furbetti sono tante: controllori in borghese, app e innovazioni tecnologiche per acquistare i biglietti con il cellulare – come nel caso di Milano -, campagne di sensibilizzazione, spot audio e video fino ad arrivare a buoni sconto e concorsi a premi per i possessori di titoli di viaggio. Il punto cruciale restano però i controlli, unico autentico deterrente. Asstra non ha comunicato un dato relativo a Milano: nei primi 5 mesi del 2013, secondo quanto comunicato da Atm, erano stati oltre un milione. A Torino e Bologna, dove negli ultimi anni gli accertamenti sono stati assai rafforzati, nel 2014 i controllati sono stati, rispettivamente, 3,3 milioni e oltre 1,8 milioni. A Roma lo scorso anno i clienti a cui Atac ha chiesto il titolo di viaggio sono stati oltre due milioni, tre milioni quelli effettuati a Napoli, solo 14mila quelli svolti a Bari.

A livello nazionale Asstra calcola in 400 milioni di euro l'anno il costo dell'evasione tariffaria: una cifra che potrebbe essere invece investita nell'acquisto di 1.800 nuovi autobus. Il presidente di Asstra, Massimo Roncucci, osserva: "Bisogna mettere i verificatori in condizione di avere un potere nei confronti di chi non vuole dare i documenti. Certo, è difficile il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale ma almeno bisogna consentire l'accesso da parte delle imprese alle banche dati del Registro anagrafico nazionale. Serve una normativa a sostegno della lotta all'evasione – prosegue Roncucci, spiegando che alcune delle richieste avanzate dall'Asstra erano state accolte nel confronto per la riforma del Trasporto pubblico locale a cui si sta lavorando -. Spesso si ha la sensazione che le aziende non fanno i controlli, in realtà il fatto che non si pagano le multe sta proprio a significare che le norme sono inadeguate".

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