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Milano, nel campo rom spunta chi vota per Salvini: “Fa certe cose giuste, ma non può sgomberarmi”

Nel campo rom di via Monte Bisbino a Milano, oggetto di un blitz da parte dei carabinieri alla ricerca di una banda di ladri d’appartamento, tra i residenti spunta anche chi manifesta simpatie per il leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Fa certe cose giuste, ma non mi può sgomberare. Se vuole questo pezzo di terra mi paga e glielo do”.
A cura di Salvatore Garzillo
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Uno scorcio del campo rom di via Monte Bisbino a Milano (Foto: Salvatore Garzillo)
Uno scorcio del campo rom di via Monte Bisbino a Milano (Foto: Salvatore Garzillo)

"Io voto a favore di Salvini. Fa certe cose giuste, eh. Ma non queste cose di sgombero, di legittima difesa, perché alla fine causa sempre più danni e più casini. Lui non mi può sgomberare perché io qui non sono abusivo. Lo vuole questo pezzo di terra? Mi paga e glielo do, questa è proprietà privata”. L’inaspettato endorsement al leader della Lega Matto Salvini arriva da uno degli abitanti del campo nomadi di via Monte Bisbino, nella periferia nord-ovest di Milano, al confine col territorio di Baranzate. L’uomo ha 30 anni, cinque figli e un lungo elenco di precedenti. Ha il cognome di una delle storiche famiglie dell’area, ben noto alle cronache e ai carabinieri, con cui non ha alcun problema a chiacchierare e a cui offre il caffè durante i controlli.

Nel campo rom anche villette abusive su terreni di proprietà

Vive in una delle ville dell’insediamento, un palazzetto rosa su due piani con colonnato, davanti a un piazzale dove sono parcheggiate Mercedes e Audi. La costruzione è completamente abusiva ma il terreno è suo e lo rivendica con forza. La conversazione avviene mercoledì mattina, mentre i militari verificano i loro documenti nel corso di un servizio per individuare due ricercati, entrambi membri di una banda di ladri che tra il maggio 2017 e il giugno 2018 ha svaligiato nove appartamenti nel centro di Milano, recuperando un bottino di oltre due milioni di euro. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Milano c’erano nove nomi, gli unici a mancare all’appello sono proprio quelli che si sperava di trovare nel campo.

Se trovassi qualcuno in casa mia gli sparerei

Nel provvedimento compare anche il nome di Dalibor Abaz, il serbo di 32 anni che lo scorso 5 maggio ha partecipato al colpo a casa di Anna Tomasino, l’89enne uccisa nella sua abitazione nel quartiere Monte Sacro, a Roma. Abaz, chiamato “Mambo” e ritenuto l’acrobata della banda di ladri per le sue capacità di arrampicata, si era costituito ai carabinieri della Capitale ed è stato raggiunto dall’ordinanza nel carcere di Rebibbia. "Capisco che la gente è stanca dei furti. Se trovassi qualcuno in casa mia gli sparerei, non c’è dubbio”, continua il residente del campo, completamente estraneo alla vicenda dei furti conclusa dagli investigatori: "Ci sono tanti che si stanno armando ma bisogna anche avere buona mira".

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