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Milano, nel 2018 1.783 donne nei centri antiviolenza: gli aguzzini nel 75% dei casi sono i compagni

Il comune di Milano ha diffuso i dati riguardanti le donne che nel 2018 si sono rivolte ai centri antiviolenza del Comune: i casi registrati sono stati 1.783 e nel 75% dei casi gli autori delle violenze fisiche e morali sono mariti, compagni o ex. “Cerchiamo di far capire alle ragazze e alle donne di Milano che non sono sole di fronte alla violenza. Quella fisica e psicologica”, il commento dell’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino.
A cura di Chiara Ammendola
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Nel 2018 sono state 1.783 le donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza del comune di Milano. Donne che hanno chiesto aiuto per i motivi più svariati: maltrattamenti fisici (1.203 casi), psicologici (1.245 casi), sessuali (322 casi), di tipo economico (235 casi) o legati a comportamenti persecutori (188 casi). I dati, raccolti dal Comune e forniti in occasione della Giornata internazionale della donna, raccontano di un fenomeno ben preciso che si consuma perlopiù tra le mura di casa, che vede nella figura dell'aguzzino un familiare, un conoscente: nel 75% dei casi registrati infatti sono i mariti, gli ex mariti, i conviventi o ex conviventi, i partner o ex partner gli autori delle violenze. Dati che seguono quelli a livello regionale in Lombardia presentati nel novembre 2018 in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

L'assessore Majorino: le donne a Milano sappiano che non sono sole

Violenze che non tengono conto di età, posizione sociale o situazione economica. A denunciare sono le donne di tute le fasce d'età con un picco maggiore tra i 30 e i 49 anni, ma sono tante anche le ragazze under 30 e addirittura le minorenni o le over 70. "La lotta alla violenza degli uomini sulle donne – dichiara l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – è al centro di tante delle nostre azioni e iniziative e sempre di più si traduce in vari interventi. Cerchiamo di far capire alle ragazze e alle donne di Milano che non sono sole di fronte alla violenza. Quella fisica e psicologica". Tra i vari servizi che i centri mettono a disposizione per le donne che denunciano una violenza ci sono colloqui telefonici o in sede, assistenza sanitaria, assistenza legale, consulenza psicologica o psichiatrica: "L'assistenza e la presa in carico delle donne vittime, il sostegno alla loro autonomia e indipendenza per renderle libere dal ricatto degli uomini – continua Majorino – da quello invisibile e potente di un modello di sviluppo fondato sul patriarcato, l'azione per la prevenzione e la diffusione di informazioni adeguate".

Dottoressa Kustermann: segnalazioni ai centri antiviolenza sono il 10% del fenomeno reale

Parole fortemente sottolineate anche Giuliana Mioli, Responsabile unità operativa semplice consultorio famigliare della clinica Mangiagalli, che, ai microfoni di Fanpage.it ha spiegato l'importanza del ruolo del servizi messi a disposizione delle donne, come i consultori, luoghi in cui la donna può recarsi per ricevere assistenza da un punto di vista sociale e psicologico. Dati quelli del Comune ai quali però la primaria del pronto soccorso ostetrico-ginecologico Alessandra Kustermann nonché fondatrice del centro anitiviolenza  nel 1996, oggi noto come Soccorso violenza sessuale e domestica, guarda con un occhio di preoccupazione: "Negli anni sono aumentate le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza è vero ma sono ancora un numero molto limitato. Diciamo che l'emerso è il 10 per cento del fenomeno reale"

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