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Covid 19

Milano, morto per Covid il ristoratore Carmine della “Trebia”. I figli: “Resti un vincitore”

Il titolare della “Trattoria de la trebia”, noto ristorante in zona Porta Romana a Milano, è morto lo scorso venerdì 8 maggio a causa del Covid-19. “Carmine era un uomo dalle mille risorse e un’imbattibile energia, con uno smisurato amore per la vita e rara bontà d’animo”, lo hanno ricordato i tre figli, che adesso assieme alla madre Maria manderanno avanti l’attività: “Porteremo avanti il tuo sogno, onorando te i tuoi sacrifici”.
A cura di Francesco Loiacono
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Carmine, titolare della "trattoria de la trebia"
Carmine, titolare della "trattoria de la trebia"
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Sono ormai oltre 15mila i morti per Coronavirus in Lombardia, la regione italiana più martoriata dalla pandemia. Ogni vittima ha un nome e una storia e lascia dietro di sé dolore, ma anche tanti ricordi tra i famigliari e le persone che le conoscevano. E di ricordi ne lascia sicuramente tanti Carmine, noto ristoratore milanese morto lo scorso venerdì 8 maggio dopo aver lottato per 55 giorni in terapia intensiva a causa del virus. Carmine era il proprietario della "Trattoria de la trebia", aperta nel lontano 1981 dal ristoratore assieme alla moglie Maria. Negli anni il locale in via Trebbia, zona Porta Romana, è diventato un punto di riferimento per gli amanti della carne e della buona cucina, anche grazie alla dedizione del ristoratore e della moglie.

Nel 2011 Carmine aveva lottato e vinto contro un tumore al polmone

Carmine aveva già affrontato e superato difficili battaglie. Nel 2011, un "anno nero", era stato colpito da un gravissimo tumore a un polmone che lo aveva costretto ad allontanarsi per un anno dal suo amato locale: "Qualcuno lassù, però, decise di dargli un altra possibilità. Aveva vinto lui. Si rimise subito in gioco", ricordano a Fanpage.it i tre figli Laura, Francesca e Giorgio. E così Carmine, assieme proprio ai figli e alla moglie, aveva ripreso in mano il ristorante: "Un uomo dalle mille risorse e un'imbattibile energia. Uno smisurato amore per la vita e la sua rara bontà d’animo lo portano ad essere amato da tutti: parenti, amici, dipendenti, e tutti i suoi amati clienti che gli infondevano fiducia e rispetto dal primo giorno di apertura".

I figli: Era terrorizzato da questo maledetto virus

Dal 2011 ad oggi, raccontano i figli, "nostro padre aveva ormai dimenticato i brutti momenti, e in questi 9 anni avendo fatto tesoro di quella lunga battaglia tra la vita e la morte, sapeva ormai trovare la gioia e la bellezza in ogni piccolo momento felice. Ma adesso però, con un solo polmone era terrorizzato da questo maledetto virus". Purtroppo la paura è diventata reale quando il ristoratore ha scoperto di essere positivo al coronavirus: "È rimasto pietrificato quando lo ha scoperto e nel giro di un paio di giorni si è ritrovato nel reparto di terapia intensiva". Il virus, anche per via delle sue condizioni di salute, lo colpisce in modo molto duro: Carmine lotta per 55 giorni, attaccato all'Ecmo, la macchina cuore-polmoni. Purtroppo però non c'è niente da fare e alle 20.15 dell'8 maggio "Carmine della Trebia", come lo conoscono tutti i suoi affezionati clienti, muore.

"Profonda stima, amore e rispetto va all'uomo che ha dato la sua vita per 40 anni alla sua grande passione, a quello che oggi è il nostro orgoglio – scrivono i figli -. La mamma e noi porteremo avanti il tuo sogno, onorando te i tuoi sacrifici. Per sempre. È una promessa. Per noi rimarrai sempre e comunque un vincitore, il guerriero che non si è mai arreso di fronte a niente".

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