41 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Milano in tilt per l’Asem, cronaca di una giornata assurda

Il racconto di una serata di passione nel primo giorno del vertice euroasiatico a Milano. La passeggiata impossibile nel centro militarizzato e transennato, tra disagi (tanti) e rassegnazione.
A cura di Francesco Loiacono
41 CONDIVISIONI
Immagine

I disagi erano stati ampiamente previsti, annunciati, e messi in conto da molti milanesi. Nonostante tutto, però, la prima giornata del vertice Asem ha comunque lasciato una sgradevole impressione: quella, cioè, di una distanza abissale tra i grandi della terra, i 53 Capi di Stato e di governo presenti a Milano, e il resto della popolazione. Giovedì sera, a Palazzo Reale, vicino al Duomo, si è tenuta la cena offerta dal Presidente della Repubblica a tutti i partecipanti, alla quale ha partecipato, seppur arrivando in ritardo, anche il presidente russo Vladimir Putin. Non che volessi parteciparvi anch'io, ma dopo una giornata di lavoro, trascorsa a scrivere degli incontri e degli spostamenti dei leader, mi è venuta la tentazione di avvicinarmi alle stanze del potere per poter almeno respirarne, da lontano, l'atmosfera. Una passeggiata in centro, in parole povere, anche perché a me, come a molti milanesi, anche la sola vista del Duomo infonde serenità e benessere. Facile, direte voi. E invece no.

Tutto inizia alla fermata metro Pagano, linea rossa. All'interno, è all'incirca ora di cena, nessun cartello, nessun avviso di cambiamenti al servizio dovuti al vertice. Attesa di circa 7 minuti alla banchina. Anche qui, dall'altoparlante nessuno comunica modifiche. Salgo sul treno, direzione Duomo, ben sapendo però che alla stazione metro Duomo non potrò scendere, perché chiusa dalle 15 fino alla fine del servizio. Io lo so perché mi sono informato, ma ci sono persone, turisti e anziani, che quando il treno passa lentamente dalla fermata Duomo senza fermarsi si guardano un po' smarriti. La comunicazione alla fine arriva, ma quando sono già sceso alla fermata successiva, San Babila. Una volta salite le scale e arrivato in strada, mi sembra di essere sul set di un film di guerra, o di invasioni aliene, fate voi. La quantità di agenti di polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco e polizia locale – 2000 le unità delle forze dell’ordine impiegate -,  è impressionante. Senza contare poi tutti quelli in borghese, vestiti elegantemente in giacca e cravatta: se non fosse troppo tardi potresti scambiarli per “comuni” uomini d’affari milanesi, tutti assorti nell’ascolto dei loro auricolari. Per le strade del centro non ci sono auto in movimento. Il Comune, d’altronde, lo ha detto: usate i mezzi pubblici. Peccato che molte strade siano interdette anche a loro, con conseguenti deviazioni e ritardi, quando va bene e non vengono soppresse intere linee. Risultato: chi sta cercando di rientrare a casa chiede informazioni, smarrito, ai vigili che presidiano ogni incrocio. Dopo essermi “perso” in questo spettacolo inusuale, mi dirigo verso piazza Duomo. Il sagrato è in gran parte praticabile, anche se militarizzato. Solo il lato verso Palazzo Reale, dove i leader europei e asiatici stanno cenando, è off-limits. Noto, con piacere, che in piazza non si veda nemmeno un venditore abusivo. Il cielo è sgombro da quegli aggeggi blu fluorescenti, i venditori di braccialetti e di rose hanno capito che è meglio girare al largo. Pensando alla cena dei “potenti” mi vien voglia di mangiare qualcosa a un fast food di fronte al Duomo: facile, devo solo attraversare una strada. E invece no: la strada che da Palazzo Reale costeggia la piazza e poi diventa via Mengoni è transennata, da entrambi i lati. Cordoni di carabinieri controllano che nessuno la attraversi. “Scusi, ma per passare dall’altra parte come si fa?” Chiedo a uno. Mi manda verso il teatro alla Scala, dove a un certo punto si è creata una ressa: tutti comuni cittadini che aspettano di poter attraversare sei metri di strada. Passano lunghi minuti: la fame aumenta, mentre le auto blu precedute e seguite da motociclette con sirene iniziano a portare verso i loro alberghi i delegati che, evidentemente, non hanno aspettato Putin e hanno finito prima la loro cena. Finalmente, dopo almeno venti minuti di attesa, si può attraversare. Finalmente posso gustarmi il mio panino pensando alle portate servite dall’altro lato della piazza, all’interno di Palazzo Reale. Poi, però, il vertice Asem mi rovina persino la digestione. Perché tornare a casa è un altro incubo. A Cordusio i mezzi di superficie non passano. “Attesa superiore a 30 minuti”, si legge sui pannelli informativi. Ma alcuni addetti dell’Atm dicono: “Non passa nulla, è tutto sospeso”. I pochi milanesi ancora in giro si riversano nella metro – anche qui, tempi di attesa elevati e soprattutto sballati, sei minuti diventano dodici. “Usate i mezzi pubblici”, aveva detto il Comune. Sì, ma che almeno funzionino bene. Se questo è stato, come nelle intenzioni di tanti, una prova generale in vista dell’Expo, meglio non pensare a cosa ci attenderà a maggio

41 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views