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Milano, il capotreno Trenord: “Dopo il video contro i razzisti ho ricevuto insulti, anche omofobi”

Nei giorni scorsi Matteo Crudo, capotreno di Trenord di Milano, si è sfogato su Facebook contro i passeggeri razzisti. Parole che gli sono costate insulti e offese. “Il fatto che io sia gay ovviamente ha scatenato commenti di ogni tipo. Commenti nei quali si insinua che io non faccia multe alle persone di colore perché più ‘dotate’ sessualmente”, ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it.
A cura di Enrico Tata
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Matteo Crudo, capotreno di Trenord
Matteo Crudo, capotreno di Trenord

Marco Crudo lavora da quindici anni come capotreno sui convogli regionali di Trenord a Milano e in Lombardia. Nei giorni scorsi su Facebook si è sfogato così: "Mi sono rotto i coglioni dei razzisti di merda che vedo ogni giorno sui treni". Parole che gli sono costate insulti e offese da parte di moltissimi utenti: "Il fatto che io sia gay ovviamente ha scatenato commenti di ogni tipo. Commenti nei quali si insinua che io non faccia multe alle persone di colore perché più ‘dotate' sessualmente. Uno di loro è persino un carabiniere, ho controllato il profilo. Purtroppo invece noto quotidianamente che la gente è solidale solo se faccio la multa a un italiano, mentre mi viene addirittura a stringere la mano se sanziono una persona con la pelle scura o qualcuno che, secondo loro, non ha l'aspetto di un italiano".

Il capotreno: "Io guardo i biglietti, non i passaporti"

Ai microfoni di Fanpage.it Crudo ha raccontato i motivi che lo hanno spinto a realizzare quel video: "L'ho fatto dopo che una signora a cui stavo facendo una multa ha zittito un altro passeggero che ripeteva il solito ‘Agli extra comunitari la multa non la fate'. Io guardo i biglietti, non i passaporti". Nel corso del suo sfogo pubblicato su Facebook il 36enne dipendente di Trenord ha detto che spesso, durante il suo lavoro, è un "capro espiatorio", un "parafulmine" della rabbia delle persone: "Qui non si tratta più di fare il mio lavoro, ma da parafulmine alla rabbia delle persone, magari succede in tante professioni ma nel nostro siamo a contatto con pendolari che vanno al lavoro tutti i giorni con il trasporto regionale, magari hanno già i cavoli loro e spesso sembrano in cerca di un capro espiatorio".

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