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Milano: Eugenio, il tassista morto a 47 anni, per essersi fermato ad aiutare una coppia di fidanzati

Lascia una compagna e il padre di cui si prendeva cura, Eugenio Fumagalli il tassista di 47 anni morto nella notte tra sabato e domenica investito da un’auto dopo essersi fermato per aiutare una coppia vittima di un incidente. Oggi i tassisti di Milano lo ricorderanno con una fascetta nera posta sulle auto bianche.
A cura di Chiara Ammendola
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Aveva 47 anni Eugenio Fumagalli e faceva il tassista dal 2011 quando il padre ha deciso di lasciare a lui quella licenza che lo aveva accompagnato per anni, a lui, ex poliziotto, e collega stimato da tutti, che oggi amici e parenti piangono abbracciati. Se n'è andato mentre tentava di aiutare due ragazzi, due fidanzati di soli 19 e 21, rimasti vittima di un incidente su una delle tante strade della Lombardia divenute teatro di morti premature, la Milano-Meda. Non ci ha pensato due volte Eugenio quando, intorno alle 3.40 nella notte tra sabato e domenica, mentre tornava nella sua casa di Carugo, in provincia di Como, alla fine di quel turno iniziato alle 15 e terminato proprio alle 3 del mattino, ha visto un'auto ribaltarsi dinanzi ai suoi occhi. Accosta e soccorre quei due giovani a bordo della Fiat 600, lo fa con tutte le precauzioni del caso, indossando la pettorina gialla e accostando la sua auto, una Toyota, con le quattro frecce accese, al bordo della strada. Precauzioni che però non si rivelano sufficienti, perché poco dopo aver messo in salvo i due fidanzati, Eugenio viene colpito da quella stessa 600 contro la quale si schiantano due auto, un impatto così forte da sbalzare la Fiat contro lo spartitraffico e colpire in pieno Eugenio. Una morta assurda alla quale i due ragazzi stentano ancora a credere: "Ci ha salvato la vita – raccontano ai poliziotti poco ore dopo quei tragici momenti – senza di lui saremmo stati travolti".

Ci ha salvato la vita, senza di lui saremmo morti

Viveva nel Comasco, Eugenio, ma aveva una compagna, Sandra, in Romagna, a Forlì, che raggiungeva ogni due settimane. Era amato da tutti perché era un animo nobile, raccontano i colleghi, era sempre pronto ad aiutare il prossimo, era disponibile e generoso. Si prendeva cura del padre e si impegnava tantissimo nel suo lavoro, frequentando corsi di aggiornamento, lezioni di lingua e varie iniziative della cooperativa La Fontana alla quale era iscritto, come raccontato dal presidente Valentino Bettani. "I tassisti "figli d'arte", come Eugenio, sono una ricchezza per la Categoria – si legge in un post di Facebook della pagina del sindacato Fit-Cisl per ricordare il 47enne – e una presenza importante anche nella nostra Organizzazione Sindacale, più sensibili alle caratteristiche di umanità, di socialità e di servizio proprie di questo mestiere", le parole di Virginio Vargas, istruttore di tantissimi autisti tra i quali lo stesso Eugenio.

Il 26enne fermato dalla polizia positivo all'alcoltest

Intanto nella giornata di ieri la polizia ha rintracciato la persona alla guida dell'auto che ha investito la Fiat 600 causando la morte di Eugenio. Si tratta di un ragazzo di 26 anni originario di Como che si trova ora agli arresti domiciliari con l'accusa di omissione di soccorso, accusa che potrebbe trasformarsi in quella di omicidio stradale: intanto il ragazzo sottoposto immediatamente all'alcoltest ha evidenziato ancora tracce di alcol superiori a quelle consentite dalla legge pur essendo trascorse diverse ore dall'incidente. In passato gli era stata sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza. Mentre oggi in ricordo di Eugenio i tassisti milanesi esporranno sulle proprie auto un nastrino nero, per ricordare il collega morto per aiutare due persone in difficoltà, un angelo della strada, come lo definiscono in molti. Un eroe dei giorni nostri, semplicemente un uomo con profondo senso civico, questo sconosciuto, morto per un incidente, l'ennesimo del quale si discute solo il giorno dopo. E del quale si parlerà poi per troppo poco tempo.

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