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Milano, derubano due turiste: denunciata a piede libero una delle ladre, una ragazza incinta

Una ragazza di 23 anni è stata identificata e denunciata a piede libero per un furto in stazione Centrale ai danni di due turiste cinesi. La donna aveva altre due complici che sono riuscite a scappare con la refurtiva. Per lei non si sono però aperte le porte del carcere in quanto, essendo incinta, il suo stato di salute non risulta compatibile con la detenzione.
A cura di Filippo M. Capra
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(Immagine di repertorio)
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Episodio di microcriminalità in stazione Centrale a Milano, dove ieri pomeriggio, domenica 1 dicembre, due turiste cinesi sono state aggredite da una banda di ladre. Le due amiche, una 19enne e una 30enne in visita nel capoluogo lombardo, sono state dapprima accerchiate e successivamente aggredite e derubate di tutto quanto fosse possibile – documenti e soldi – da parte di altre tre donne che poi sono scappate, verso le sei di pomeriggio.

L'escamotage per non essere arrestate

I carabinieri del Nucleo radiomobile si sono precipitati nel mezzanino della stazione, luogo dell'aggressione, riuscendo a bloccare una delle tre ladre: si tratta di una 22enne, di nazionalità bosniaca, che è stata prima identificata e poi denunciata a piede libero in quanto incinta. Per questo motivo, il suo stato di salute risulta incompatibile con il carcere. Si tratta dell'ultimo di una serie di episodi simili avvenuti nella stazione Centrale di Milano: già la scorsa primavera un altro paio di donne, anche loro cittadine bosniache e in stato interessante, erano state denunciate a piede libero dopo un furto. Il loro stato di gravidanza aveva evitato loro il carcere: a Milano infatti, una circolare emessa il 15 dicembre 2016 dalla Procura della Repubblica stabilisce che "allo scopo di agevolare l’operato delle Forze dell’ordine incaricate di dare esecuzione agli Ordini di carcerazione per titolo definitivi emessi esclusivamente dalla Procura della Repubblica di Milano, gli stessi saranno sospesi" in tre casi particolari, tra i quali rientra anche quello di donna in stato di evidente gravidanza o con certificato medico attestante la gravidanza emesso nei 15 giorni antecedenti l’ordine di esecuzione.

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