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Milano, borseggiatrice fermata non andrà in carcere perché incinta: ha alle spalle 30 denunce

La borseggiatrice arrestata poco dopo aver rubato il portafogli a una pendolare e colta sul fatto proprio dalla vittima non andrà in carcere perché incinta: nonostante un accumulo di pena di 9 anni e un ordine immediato di carcerazione la donna, 36 anni e di origine bosniaca non andrà in prigione.
A cura di Chiara Ammendola
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Ha commesso almeno 30 tra furti e borseggi, come da denunce e procedimenti penali effettuati, accumulando una condanna complessiva a 9 anni di carcere, eppure la borseggiatrice fermata domenica alla stazione di Porta Garibaldi a Milano non andrà in carcere perché incinta, almeno fino al prossimo 21 giugno. La donna è stata denunciata ma l'arresto non è stato convalidato, come riporta il Corriere della Sera: la 36enne di origine bosniaca infatti nonostante sia stata colta in flagranza di reato proprio grazie all'aiuto della giovane vittima del furto non sconterà la sua pena. E così conscia di questa certezza la donna si è resa protagonista di un nuovo furto domenica pomeriggio.

La sospensione del carcere in base a una circolare della Procura della Repubblica di Milano

Dopo il suo fermo i carabinieri hanno dato il via a una serie di controlli che hanno fatto emergere i pregressi della borseggiatrice compresi la condanna da scontare a 9 anni per cumulo pena e il conseguente ordine di carcerazione, ma è emerso anche il suo stato di gravidanza che la costringe dunque alla libertà. E su questo punto la legge non sembra essere molto chiara. Se una donna è incinta e commette un furto non va in carcere? Secondo quanto si legge in una circolare emessa il 15 dicembre 2016 dalla Procura della Repubblica di Milano "allo scopo di agevolare l’Operato delle Forze dell’Ordine incaricate di dare esecuzione agli Ordini di carcerazione per titolo definitivi emessi esclusivamente dalla Procura della Repubblica di Milano, gli stessi saranno sospesi" in tre casi particolari tra i quali rientra anche quello di donna in stato di evidente gravidanza o con certificato medico attestante la gravidanza emesso nei 15 giorni antecedenti I l’ordine di esecuzione.

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