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Milano, corteo prima dello sciopero dell’8 marzo: studenti sfilano con un assorbente gigante

Corteo studentesco alla vigilia dell’8 marzo a Milano. Centinaia di ragazzi e ragazze delle superiori hanno sfilato contro gli stereotipi e la violenza di genere nelle scuole e nelle università e per rivendicare una sessualità libera, protetta e consapevole, chiedendo contraccettivi e assorbenti gratuiti nei luoghi del sapere. Un tampax gigante ha fatto capolino tra gli striscioni: bruciato un volantino con i punti del contestato Decreto di legge Pillon.
A cura di Francesco Loiacono
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Centinaia di ragazzi e ragazze hanno sfilato oggi a Milano per il "Corteo femminista studentesco" alla vigilia dell'8 marzo, giornata in cui il collettivo "Non una di meno" ha organizzato lo "sciopero globale transfemminista". Il corteo è partito da piazza Cairoli e ha sfilato attraversando le vie del centro, tra slogan, striscioni e anche un assorbente gigante, esposto per protestare contro l'Iva al 22 per cento su quello che definiscono un "bene di prima necessità" che dovrebbe essere gratuito nei luoghi della formazione, così come i preservativi. Diverse le richieste degli studenti che hanno manifestato: un'educazione sessuale laica nelle scuole, dove si parli di piacere e consenso, la lotta agli stereotipi e alla violenza di genere nelle università e nei luoghi del sapere e la distribuzione e la gratuità della contraccezione dentro e fuori le scuole.

Bruciato un volantino con i punti del Ddl Pillon

La manifestazione si è svolta senza alcun tipo di problema. Su uno striscione in testa al corteo era esposta la scritta: "Scuola e università a misura dei nostri corpi". Su un altro: "La mia gonna non è corta, è la tua mente che è distorta", per protestare contro tutte quelle circostanze in cui, in occasioni di episodi di violenza che riguardano le donne, si cerca di sottolineare le presunte colpe delle vittime per via del loro modo di vestire. Nel corso del corteo è stato anche bruciato un volantino con i punti del Decreto di legge Pillon, in discussione in Parlamento. Una proposta (presentata nell'agosto del 2018 dal senatore della Lega Simone Pillon, tra gli organizzatori del Family day), contro cui una parte del mondo femminile protesta fermamente ormai da mesi.

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