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Milano, coniugi morti a cinque mesi di distanza sepolti in cimiteri diversi: negato ricongiungimento

Marito e moglie muoiono a cinque mesi di distanza l’uno dall’altro dopo aver trascorso 60 anni insieme in vita, ma il Comune non concede il permesso di farli seppellire vicini. La vicenda è avvenuta a Milano: a denunciarla uno dei figli dei coniugi con un post su Facebook. “Bastava un po’ di buon senso e umanità – ha detto il figlio – Per fortuna che lassù non c’è la burocrazia e riposano già insieme”.
A cura di Francesco Loiacono
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La famiglia Lanzafame con i coniugi defunti (Facebook)
La famiglia Lanzafame con i coniugi defunti (Facebook)

In una regione, la Lombardia, dove sarà possibile farsi seppellire assieme ai propri animali domestici può accadere però che marito e moglie vengano tumulati in due cimiteri diversi. La vicenda è accaduta a Milano: a raccontarla su Facebook è stato Massimiliano Lanzafame, la cui famiglia dopo aver subito un doppio gravissimo lutto nel giro di pochi mesi ha dovuto anche subire la "beffa" della burocrazia. Il papà di Massimiliano, Biagio, è infatti deceduto lo scorso 16 febbraio, soltanto cinque mesi dopo la scomparsa della madre. Ieri i famigliari di Biagio ne hanno celebrato il funerale ma quando hanno chiesto di poter seppellire l'uomo accanto alla moglie con cui è stato assieme per 60 anni in vita si sono visti negare il permesso.

Lo sfogo del figlio dei coniugi defunti

"Abbiamo chiesto di poter inumare a terra al Cimitero di Baggio il papà, dove già è sepolta la mamma – il racconto di Massimiliano – Una consuetudine, il ricongiungimento, che si fa in tutti i cimiteri e tutti i giorni. Ebbene, con decisione assurda, e priva di ogni sensibilità, la Direzione Area Servizi Funebri e Cimiteriali, ha negato questa possibilità ai miei genitori di riposare vicini dopo 60 anni. Questo, adducendo il fatto che a Baggio ci sono solo pochi posti destinati ai residenti delle due chiese limitrofe". Al cimitero di Baggio ci sarebbe infatti un problema di spazio che, almeno per l'immediato, non potrà essere risolto. Per questo negli scorsi giorni (il 6 febbraio) l'amministrazione comunale ha imposto un "limite" per le sepolture solo a chi è stato residente in una delle vie che appartengono alle due parrocchie di Sant’Apollinare e Sant’Anselmo da Baggio o vicino al camposanto. Per il figlio dei coniugi defunti però "bastava un po' di buon senso e umanità": "I parenti di primo grado si avvicinano normalmente – ha spiegato l'uomo – Trovo sconcertante questa decisione che non trovo corretta, sia come provvedimento, sia come modi di fare del funzionario" che ha seguito la pratica. Massimiliano Lanzafame conclude il suo sfogo: "Da un'Amministrazione Civica e un Dipartimento, che dovrebbe andare incontro e al servizio dei cittadini, ci si attende ben altro comportamento. Mi spiace molto doverle scrivere queste cose, perché negli altri settori del Comune di Milano ho trovato tante persone professionali, disposte ad ascoltare e con sensibilità. Per fortuna che lassù non c'è la burocrazia e riposano già insieme".

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