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Milano, chiudono due negozi di H&M, 80 lavoratori a rischio: “Crisi pre-covid, ora colgono l’attimo”

H&M chiuderà 8 negozi in tutta Italia. Due, storici, sono a Milano, dove circa 80 lavoratori attendono di conoscere il proprio futuro. Il colosso svedese, i cui negozi sono chiusi per via del lockdown ma che non ha mai interrotto le vendite online, ha spiegato che i due punti vendita erano in sofferenza già da prima dell’emergenza Covid: “Il rischio è che qualcuno colga l’attimo per attuare licenziamenti e apparire anche meno condannabile e contestabile, visto che sono marchi che guardano molto all’immagine”, ha spiegato a Fanpage.it la rappresentante di Filcams Cgil Milano, Roberta Griffini.
A cura di Francesco Loiacono
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(Archivio Getty images)
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Il colosso svedese dell'abbigliamento H&M chiude otto negozi in tutta Italia. Due sono a Milano: si tratta dello storico punto vendita in corso Buenos Aires (vicino a piazza Lima) e di quello in via Torino (via dei Piatti). Circa 80 i lavoratori il cui futuro è incerto, almeno a Milano: "L'azienda non ha aperto una procedura di licenziamento collettivo perché in questo periodo di emergenza coronavirus non lo può fare – spiega a Fanpage.it Roberta Griffini, rappresentante sindacale Filcams Cgil Milano – inoltre i lavoratori oggi, tutti, sono coperti da cassa integrazione in deroga, perché i negozi sono chiusi".

H&M ha sempre continuato a vendere online

Anche se i punti vendita fisici sono chiusi per via del lockdown, lo store online di H&M ha continuato sempre a funzionare (come mostrato anche dai reportage di Fanpage.it nei poli della logistica). L'azienda svedese stima dunque una perdita per il secondo trimestre, ma dopo risultati positivi nei primi due mesi dell'anno. "Pensare che dopo un mese un mese e mezzo, due mesi di stop (parziale, ndr) marchi così importanti abbiano già deciso di chiudere solo a causa dell'emergenza mi sembra improbabile", spiega Griffini, che sottolinea difatti come la stessa azienda abbia ammesso che i punti vendita in chiusura erano già in sofferenza da prima dell'emergenza: "Il Covid-19 ha dato il colpo di grazia", dice la sindacalista. Le motivazioni fornite dall'azienda, al momento poco chiare, sono che con la chiusura dei punti vendita individuati sarà garantita la sostenibilità complessiva di tutti gli altri negozi. "Allo stato attuale abbiamo poche informazioni – spiega Griffini – Non sappiamo quale sarà il futuro dei lavoratori, anche perché l'azienda non ha dato complete rassicurazioni. Noi abbiamo chiesto che non si arrivi a produrre dei licenziamenti, ma che ci sia la salvaguardia occupazionale, ma l'azienda non ci ha dato risposte. Ad oggi non abbiamo né licenziamenti, ma neanche una rassicurazione ufficiale dell'azienda di un ricollocamento dei lavoratori al termine degli ammortizzatori sociali, anche perché H&M ha tanti negozi e riteniamo ci siano le condizioni per trovare soluzioni che evitino licenziamenti". Nei prossimi incontri in programma con l'azienda – uno è previsto per la giornata di domani, martedì 28 aprile – si potrà probabilmente capire qualcosa in più.

Le chiusure dei due punti vendita nel 2017

La chiusura dei due punti vendita è un ulteriore ridimensionamento della presenza di H&M a Milano. Già nel 2017 il colosso svedese aveva chiuso due negozi in San Babila e sempre in corso Buenos Aires (dove rimarrebbe solo uno store, assieme a quelli in piazza Duomo, in corso Vercelli e al centro commerciale Portello), avviando una procedura di licenziamento collettivo per circa 90 lavoratori: "In quell'occasione si arrivò a una quadra che ha previsto per la maggior parte dei lavoratori di venire ricollocati su Milano e provincia, mentre alcuni decisero di uscire spontaneamente di uscire a fronte di un incentivo", spiega la rappresentante di Filcams Cgil.

Adesso però rispetto al 2017 la situazione è diversa, e il rischio, per H&M ma anche per altre aziende, è che alcuni approfittino della situazione per "sanare" (a modo loro naturalmente) situazioni pregresse: "Il rischio è che qualcuno colga l'attimo per attuare licenziamenti e apparire anche meno condannabile e contestabile, visto che sono marchi che guardano molto all'immagine – dice Griffini -. L'emergenza c'è, ed è innegabile, non dico che le aziende si inventino che a causa dell'emergenza sono costrette a chiudere dei negozi. Però chiaramente rispetto a delle situazioni che già erano in difficoltà, ora potrebbero sostenere che a causa del Covid-19 sono costrette a chiudere".

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