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Milano, capotreno colpito con machete, l’aggressore: “Mi scuso, volevo solo spaventarlo”

Parla José Emilio Rosa Martinez, il giovane che giovedì scorso ha quasi amputato un braccio al capotreno con un machete nella stazione Villapizzone di Milano: “Ero sin stato confusionale per l’alcol”. Le parole del terzo componente della gang salvadoregna MS13 sono state riferite dal legale del giovane al termine dell’interrogatorio con il gip Gennaro Mastrangelo.
A cura di Angela Marino
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"Mi dispiace per lui, mi scuso", ha detto il ragazzo che giovedì scorso, a Milano, ha assalito con un machete il capotreno Carlo Di Napoli, a bordo di un convoglio nella stazione di Villapizzone, davanti al gip al gip Gennaro Mastrangelo, Josè Emilio Rosa Martinez che lo ha interrogato. "Ero in stato confusionale per l'alcol e volevo soltanto spaventarlo" ha spiegato uno dei tre componenti della gang salvadoregna che ha innescato la lite degenerata poi nell'aggressione del capotreno e di un altro ferroviere libero dal servizio, intervenuto in soccorso del collega. Il giovane 19enne di El Salvador, che ha un figlio di 6 mesi, aveva già confessato il ruolo avuto nell'aggressione agli agenti della Squadra mobile di Milano. Ai poliziotti il giovane aveva riferito di aver colpito con il machete al braccio il capotreno Carlo Di Napoli al culmine della lite scoppiata dopo che Di Napoli aveva chiesto ai tre di esibire i biglietti, fornendo anche agli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Lucia Minutella, elementi decisivi per identificare gli altri due giovani della gang cosiddetta "MS13", coinvolti nell'episodio.

Le parole di pentimento pronunciate da Martinez oggi, sono state riferite dall'avvocato Alessio Mantuano, legale del 19enne, al termine dell'interrogatorio. "Si è dimostrato collaborativo – ha spiegato l'avvocato Mantuano – e dispiaciuto per le conseguenze del suo gesto, di cui si è reso conto solo dopo perché quella sera era in stato confusionale per l'alcol ingerito e poi scosso per l'arresto". Anche la madre del ragazzo, ha aggiunto il legale, "è dispiaciuta per quello che ha subito il capotreno e si è sentita un po' sollevata quando ha saputo che il braccio non era stato amputato". Al giudice il ragazzo ha descritto la scena raccontando che alla fermata sarebbe "nato un parapiglia" tra il suo gruppo e il capotreno che aveva chiesto di esibire i titoli di viaggio, sottolineando che sarebbe stato un suo amico a scontrarsi con il ferroviere. Martinez racconta quindi di aver impugnato il machete per minacciare Carlo di Napoli e permettere così al suo amico di scappare. Martinez non aveva "la volontà di uccidere" secondo il suo avvocato che caldeggia la commutazione dell'ipotesi reato da tentato omicidio in lesioni gravi o gravissime".

L'ultimo dei giovani arrestati per il cruento episodio, Alexis Ernesto Garcia Rojas,  si è difeso dicendosi estraneo all'aggressione e spiegando di essersi accorto "soltanto dopo che Martinez aveva tirato fuori il machete". Analoga la versione dell'altro giovane latino, Jackson Jahir Lopez Trivino. Tutti e tre, intanto, restano in carcere. Il gip ha convalidato gli arresti di Josè Emilio Rosa Martinez e di Jackson Jahir Lopez Trivino. Non è stato convalidato il fermo di Alexis Ernesto Garcia Rojas che dovrà ugualmente restare in cella.

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