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Milano, cancellavano multe in cambio di regali: condannati ex vigili urbani

Undici persone, tra cui alcuni ex agenti della polizia locale di Milano sono state condannate dal tribunale meneghino per corruzione, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Gli ex vigili urbani cancellavano multe chiedendo il 30 per cento del loro valore come contropartita. Disposto un risarcimento per il Comune di Milano, parte civile.
A cura di Francesco Loiacono
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Erano accusati di aver cancellato multe in cambio della concessione di favori, regali o altre utilità. Mercoledì, gli undici imputati, tra cui alcuni ex agenti della polizia locale di Milano, sono stati giudicati colpevoli dai giudici della Quarta Sezione Penale del Tribunale di Milano. Le condanne sono arrivate a vario titolo per corruzione, falso in atto pubblico e abuso d'ufficio. Solo due le assoluzioni. La pena più alta è stata inflitta a Mario Vinci, che operava con il grado di commissario aggiunto nella zona 1 di Milano, la più centrale: per lui 4 anni e 8 mesi di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Quattro anni di carcere per l'agente Damiano Borchielli, due per la sua collega Lucia Avolio.

Risarcimento da 15mila euro al Comune di Milano

L'indagine, coordinata dal pubblico ministero Grazia Colacicco, era nata da un'altra sulla concessione troppo allegra di passa per la sosta nella quale era stato già condannato il vigile Damiano Borchielli. Proprio lo stesso è ritenuto l'ideatore del sistema criminale utilizzato dagli ex "ghisa": bastava introdursi nel database della polizia locale per cancellare le multe. In cambio, veniva richiesto una mazzetta pari al 30 per cento del valore della contravvenzione. Nella sentenza di primo grado sono stati condannati anche alcuni commercianti milanesi rei di essere stati favoriti dai vigili urbani dietro elargizione di favori o denaro: per tutti le pene inflitte sono comprese tra un minimo di 1 anno e 4 mesi e un massimo di 2 anni e 7 mesi. Nel procedimento il Comune di Milano si era costituito parte civile: per Palazzo Marino i giudici hanno disposto risarcimenti compresi tra i due e i 15mila euro.

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