Milano, bosco della droga di Rogoredo, Salvini: “Entro un mese torna il presidio della polizia”
Entro un mese riaprirà il presidio della polizia nella stazione di Rogoredo a Milano. L'annuncio giunge direttamente dal vicepremier Matteo Salvini che ha incontrato venerdì mattina il prefetto di Milano Renato Saccone per discutere di alcuni punti caldi nella gestione della sicurezza cittadina. Tra questi il focus è proprio sul cosiddetto "boschetto della droga" che si trova nei pressi dello scalo ferroviario a sud-est di Milano. "L'emergenza droga non è solo milanese, ma è la principale emergenza italiana", il commento del leader della Lega che ha sottolineato come siano stati tanti i temi affrontati nell'incontro in Prefettura e tanti i quartieri nei quali intervenire a Milano: "Dal quartiere Corvetto a Baggio, ad alcune situazioni che stiamo seguendo, alle piazze dello spaccio".
"Il ripristino del presidio della Polfer, che verrà riattivato al termine dei lavori di ristrutturazione dei locali previsto per fine aprile – commenta il leghista Paolo Guido Bassi, presidente del Municipio 4 – segna un ulteriore passo avanti per la sicurezza del quartiere". Sulla questione si era espresso anche il sindaco di Milano Beppe Sala che in più di un'occasione aveva chiesto un intervento mirato del governo per risolvere il problema del "boschetto della droga" di Rogoredo, ormai diventata una piazza di spaccio all'aperto: "Oggi il problema è che la droga costa poco: l'aiuto che chiedo a Salvini è quello di avere un presidio costante – aveva detto il sindaco – la Polizia fa un giro e sta un'ora, spariscono tutti (i pusher, ndr) ma se non ci sono 40 uomini in più che possono stare lì se ne vanno e poi tornano". Appello al quale aveva risposto lo stesso Salvini promettendo di "mettere a disposizione tutti gli uomini, i mezzi e i soldi per risolvere la vergogna di Rogoredo".
Sul presidio della polizia nella stazione di Rogoredo il vicepremier Salvini ha specificato che si tratta solo di una parte del percorso messo in atto per risolvere la questione: "I lavori dovrebbero finire ad aprile e quindi si parla di qualcosa che entro un mese sarà realtà – ha spigato – sei, otto uomini per iniziare. Da quanto dice il prefetto, al di là degli arresti e dei sequestri, sono anche le decine di ragazzi che spontaneamente hanno accettato di andare a farsi curare in comunità. Quelle persone che hanno accettato di iniziare un percorso di recupero sono il successo più bello".