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Milano, bimba disabile di tre anni maltrattata dai genitori: fermata anche la zia

È finita in manette anche la zia della bambina disabile di tre anni i cui genitori sono stati arrestati lo scorso giugno per maltrattamenti. La piccola affetta da una grave disabilità cognitiva sarebbe stata oggetto di violenza anche da parte della zia 30enne: pizzicotti, tentativi di soffocamento, capelli strappati e congetture su un possibile avvelenamento hanno portato al suo fermo.
A cura di Chiara Ammendola
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Aveva comprato un biglietto di sola andata per volare verso l'Egitto pronta ad allontanarsi dall'Italia dove la polizia intanto aveva portato avanti le indagini sui maltrattamenti ai danni della nipote, per questo è stata fermata dagli agenti del Nucleo Tutela Donne e Minori della Polizia locale di Milano. È accaduto lo scorso: la donna, 30enne egiziana, è la zia della bambina disabile di tre anni e mezzo i cui genitori sono stati arrestati a inizio giugno con l'accusa di maltrattamenti. Secondo quanto emerso dalle indagini, iniziate lo scorso maggio, dopo il ricovero in ospedale della piccola per una ferita al braccio che aveva fatto insospettire i medici, anche la zia della piccola sarebbe coinvolta nella serie di violenze perpetrate ai danni della piccola.

Bimba disabile di 3 anni vittima di maltrattamenti: la congetture di zia e madre su come avvelenarla

Il prosieguo delle indagini ha infatti portato alla luce "un quadro indiziario di gravi maltrattamenti fisici e psicologici ai danni della nipote" che sarebbero stati commessi non solo nella in casa della bambina ma anche successivamente nella stanza d'ospedale dove si trovava: la zia era infatti colei che si alternava in ospedale col cognato per assistere la piccola. In realtà in quelle ore avrebbe continuato a portare avanti quelle violenze, così come i genitori. Violenze delle quali ha fatto cenno anche durante alcune telefonate con la sorella, oltre che madre della bimba disabile: pizzicotti, tentativi di soffocamento, capelli strappati e molto altro sono le violenze di cui fa accenno al telefono. In alcune occasioni inoltre la donna avrebbe costretto la nipote a vomitare oltre a ipotizzare con la sorelle eventuali modi per soffocare o avvelenare la piccola. Elementi che nel momento in cui l adonna ha deciso di acqusitare un biglietto di sola andata per l'Egitto per il 14 luglio hanno portato al suo fermo: in attesa del processo, è stat ora trasferita nel carcere di San Vittore.

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