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Milano, avvocatessa insultata per aver aiutato uno straniero: “Mi dicevano di lasciarlo morire”

Un’avvocatessa di Milano ha raccontato di essere stata insultata e quasi aggredita per aver aiutato un cittadino straniero in un parco cittadino: “Bisogna lasciarli morire questi immigrati di m…” le avrebbero detto alcune persone mentre la professionista stava chiamando un’ambulanza per soccorrere un giovane ecuadoriano riverso a faccia in giù su un prato.
A cura di Francesco Loiacono
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Un'avvocatessa di Milano, Beatrice Bordino, ha raccontato di essere stata insultata e quasi aggredita per aver aiutato un uomo, un cittadino straniero, in un parco pubblico del capoluogo lombardo. La vicenda è stata riportata dal "Corriere della sera" ed è avvenuta domenica mattina. La professionista era uscita di casa, in viale Corsica, con i suoi due cani per andare al vicino parco Forlanini. A un certo punto ha notato un uomo riverso a faccia in giù su un prato, nell'indifferenza delle altre persone presenti. La donna si è avvicinata correndo all'uomo a terra, lo ha voltato temendo che fosse morto. Per fortuna però l'uomo, un cittadino straniero che poi si è scoperto essere un ecuadoriano di circa 30 anni, era solo molto ubriaco. L'avvocatessa gli ha prestato le prime cure e ha poi preso il telefonino per chiamare l'ambulanza.

L'avvocatessa è stata quasi aggredita per aver prestato soccorso a un ragazzo ubriaco

È a questo punto che, secondo quanto raccontato dalla donna al quotidiano di via Solferino, qualcuno tra i presenti ha iniziato a insultarla, rivolgendole addirittura minacce e lasciandosi andare ad affermazioni razziste: "Se osi chiamare l’ambulanza ti meniamo maledetta tr…, bisogna lasciarli morire questi immigrati di m… ricordati che i soccorsi li paghiamo noi contribuenti mica questi negri", sarebbe stato il tenore delle frasi pronunciate da alcune delle persone che, a debita distanza, osservavano la scena senza intervenire. Tra queste, secondo quanto riferito, c'erano anche due addetti dell'Amsa che si sarebbero lamentati per la sporcizia che trovano nel parco dopo le feste dei sudamericani. L'avvocatessa, dopo aver spostato il sudamericano all'ombra, è tornata vicino al gruppetto che l'aveva insultata per affrontarlo, ma ha ricevuto un'accoglienza rabbiosa e ha temuto che la potessero picchiare. A quel punto si è rivolta a due vigili urbani che però non sarebbero intervenuti, giustificandosi col fatto che "ce ne sono tanti". A quel punto, dal momento che l'ecuadoriano ubriaco nel frattempo era stato portato via dall'amico, la donna si è seduta su una panchina e si è messa a piangere, sopraffatta da tutto ciò che ha vissuto. Un'esperienza che però non l'ha piegata: "Nessuno mi farà diventare una non-persona, voglio denunciare questi comportamenti", ha detto la donna al Corsera.

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