Alexander Pereira lascia il Teatro alla Scala: guiderà il Maggio Fiorentino
Alexander Pereira, sovrintendente uscente del Teatro alla Scala, lascia Milano e si trasferisce a Firenze dove per cinque anni guiderà il Maggio musicale fiorentino. Pereira, che ha un contratto con la Scala fino al febbraio 2020 ma da mesi è in uscita dopo le aspre polemiche legate all'ingresso (poi bloccato) di capitali sauditi nel Cda del teatro, ha accettato la proposta del sindaco di Firenze Dario Nardella.
Alexander Pereira lascia la Scala: prenderà il posto di Cristiano Chiarot al Maggio Fiorentino
L'accordo è arrivato dopo giorni di rumors. Pereira prenderà il posto di Cristiano Chiarot, mentre alla Scala arriverà Dominique Meyer. Già a giugno i vertici del teatro milanese avevano deciso di non rinnovare il contratto a Pereira, ma di proporgli solo un prolungamento fino alla primavera del 2021, per affiancargli dall’estate 2020 il sovrintendente entrante. Accettando l'offerta del Maggio Fiorentino, Pereira lascerà la Scala dopo la "Tosca" del 7 dicembre.
Chi è Alexander Pereira
Pereira, nato a Vienna nel 1947, è sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala dal 1 settembre 2014. In precedenza è stato al vertice di grandi teatri e manifestazioni culturali e musicali in Europa. Dal 1992 fino al 2012 è stato sovrintendente dell’Opera di Zurigo. Dal 2011 al 2013 ha guidato il Festival di Salisburgo. La sua esperienza a Milano ha subito una brusca frenata nel mese di marzo di quest'anno quando il suo progetto di far entrare un rappresentante del governo dell'Arabia Saudita nel Consiglio di amministrazione della Scala, ottenendo così un allettante investimento economico, ha scatenato critiche e polemiche. Molti commentatori si sono domandati se fosse opportuno il sodalizio tra un'istituzione culturale di fama globale e uno Stato che sul fronte del rispetto dei diritti umani ha sicuramente più di un problema. Il dibattito è diventato di natura politica e ha portato allo scontro tra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il presidente lombardo, Attilio Fontana. Il caso si è risolto con il voto unanime in Cda contro l'ingresso dei sauditi. Pereira, regista dell'operazione, ne uscì fortemente ridimensionato. Il governatore leghista Fontana aveva definito il suo comportamento "da licenziamento".