Milano, al bosco della droga con la troupe di Fabrizio Corona e una pistola rubata: denunciato

Un uomo di 43 anni è stato denunciato dai carabinieri perché sorpreso con una pistola rubata al boschetto della droga di Rogoredo, alla periferia di Milano. L'episodio è accaduto nel pomeriggio di ieri in via Sant'Arialdo, vicino al ponte che porta sul cavalcavia vicino al raccordo autostradale. La persona denunciata è un imprenditore napoletano del settore dell'abbigliamento: ha affermato di essere un fan di Fabrizio Corona e di essere andato lì per aiutare la troupe dell'ex re dei paparazzi, impegnata a realizzare un servizio televisivo per la trasmissione "Non è l'arena" di Massimo Giletti. Sulla vicenda indagano i carabinieri, chiamati a chiarire la dinamica di un episodio su cui esistono due versioni diverse e opposte tra loro.
Due le versioni al vaglio dei carabinieri
Da un lato quella del 43enne, che afferma di essere stato aggredito da alcuni pusher o tossicodipendenti all'interno del parchetto e di essere riuscito a disarmarli, prendendo l'arma che poi gli è stata trovata addosso dai carabinieri. Dall'altra parte però c'è la testimonianza della donna che ha avvertito i militari dell'Arma della presenza di un uomo con la pistola: secondo la signora l'arma è sempre stata nelle mani del 43enne che l'avrebbe tirata fuori quando è stato fronteggiato da un gruppo di persone, forse spacciatori che orbitano attorno al bosco. In attesa di chiarire quanto accaduto il 43enne, che quando è stato bloccato dai carabinieri presentava una ferita al naso, è stato denunciato per ricettazione e porto abusivo d'arma in luogo pubblico: la pistola è risultata rubata a Napoli nel 2010.
Fabrizio Corona era tornato al bosco della droga
Al boschetto di Rogoredo era presente anche Fabrizio Corona, che però si trovava lontano dal 43enne quando l'uomo armato è stato fermato dai carabinieri. L'ex re dei paparazzi ieri è tornato in via Sant'Arialdo nonostante la sua presenza nella zona sia uno dei motivi che hanno spinto la procura generale a chiedere che il 44enne torni in carcere e nonostante l'aggressione dello scorso dicembre: anche in quella circostanza stava cercando di documentare lo spaccio di droga nella zona per la trasmissione "Non è l'arena". In questa circostanza Corona non avrebbe però trovato materiale utile per la sua "inchiesta giornalistica": nell'area erano infatti presenti i carabinieri che ormai da diverso tempo, nell'ambito di una strategia concordata con la prefettura, effettuano dei servizi di pattugliamento e presidio al boschetto della droga. Con i militari dell'Arma Corona si sarebbe anche meravigliato della mancata presenza dei pusher. A quanto pare è proprio per "aiutare" la troupe del re del gossip che il 43enne avrebbe deciso spontaneamente di indossare un registratore e una telecamera nascosti – quest'ultima sarebbe stata rubata – per avventurarsi all'interno del boschetto. Tra l'uomo denunciato e la trasmissione "Non è l'arena" non ci sarebbe dunque alcun rapporto formale. Pare invece che tra Corona e l'imprenditore napoletano ci sia un rapporto a livello commerciale, con una sorta di gemellaggio tra i loro brand d'abbigliamento. I due quindi si conoscerebbero anche se uno degli avvocati di Corona, Ivano Chiesa, esclude che Corona si sia portato con sé l'imprenditore per realizzare il servizio.