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Marco Carta arrestato e rilasciato

Marco Carta arrestato: cosa rischia il cantante accusato del furto di sei magliette

Marco Carta è stato arrestato a Milano per furto aggravato: era accusato di aver rubato sei magliette per un valore di 1.200 euro alle quali aveva tolto l’antitaccheggio. L’episodio è accaduto ieri sera alla Rinascente: al termine del processo per direttissima l’arresto non è stato convalidato e non è stata decisa alcuna misura cautelare nei suoi confronti. Il cantante è stato però rinviato a giudizio con la stessa accusa.
A cura di Redazione Milano
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Il cantante Marco Carta, 34 anni, è stato arrestato ieri sera dalla polizia locale a Milano con l'accusa di furto aggravato. È stato fermato da un addetto alla sicurezza della Rinascente, grandi magazzini del lusso, mentre in compagnia di una donna di 53 anni cercava di uscire con sei magliette, per un valore di 1.200 euro, dalle quali erano stati tolti i dispositivi antitaccheggio. Sulle magliette erano però rimaste attaccate delle placchette flessibili che hanno fatto scattare l'allarme dei grandi magazzini.

Perché Marco Carta era finito ai domiciliari e cosa rischia

L'addetto alla sicurezza della Rinascente ha chiamato gli agenti del nucleo Reati predatori della polizia locale di Milano, che hanno provveduto ad arrestare il cantante e la donna che era con lei. Entrambi sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima che si è svolto nella mattinata di oggi in tribunale, al termine del quale l'arresto del cantante non è stato convalidato e non è stata disposta nessuna misura cautelare nei suoi confronti. Marco Carta è stato però comunque rinviato a giudizio e il processo si terrà a settembre. Cosa rischia in caso di condanna Marco Carta? Il reato di cui deve rispondere il cantante è furto aggravato:  "L'ipotesi di reato, per quanto è stato reso noto finora dai media, è quella di cui all'articolo 625 comma primo, numero 2 del codice penale, ossia furto aggravato – spiega l'avvocato Costantino Loiacono del foro di Lecce – che prevede la reclusione da due a sei anni e una multa da 927 euro a 1.500 euro. L'aggravante in questione  – precisa il legale – è la ‘violenza sulle cose', che si sarebbe verificata con la rimozione del dispositivo antitaccheggio". È quindi questo gesto che potrebbe far aumentare la pena nei confronti del 34enne, se ritenuto colpevole. In caso di furto (articolo 624 del codice penale), la pena prevista è infatti la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 154 euro a 516 euro.

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