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Covid 19

Majorino: “Al Trivulzio la Regione ha esautorato il Comune, ora la situazione è sfuggita di mano”

Dopo le accuse di aver nascosto il decesso di alcuni anziani per Coronavirus, il Pio Albergo Trivulzio, storico ente assistenziale di Milano, è finito nella bufera. L’ex assessore al Welfare milanese Pierfrancesco Majorino, ora eurodeputato del Pd, a Fanpage.it ricorda come anni fa la Regione Lombardia abbia esautorato il Comune dalla gestione quotidiana: “Adesso che c’è lo scandalo e la situazione è sfuggita di mano dicono che la gestione è mista: vuol dire che hanno una faccia di bronzo sconvolgente, servirebbe una commissione d’inchiesta sulla Regione”. Per Majorino il Trivulzio è comunque solo la punta dell’iceberg: “Le case di riposo sono un focolaio, ma pochi giorni fa Fontana dichiarava che la situazione era sotto controllo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Solo pochi giorni fa il Pio Albergo Trivulzio, storico ente assistenziale per anziani di Milano, riferiva che la situazione relativa ai contagi di Coronavirus nella struttura era "sotto controllo". Poi la situazione è precipitata: prima per le accuse di aver coperto una "strage", a cui sono seguite l'invio degli ispettori da parte del ministero della Salute, un'inchiesta della magistratura e un'altra "interna" decisa ieri dalla Regione Lombardia. Quindi lo stesso Trivulzio ha riferito in una nota che nei primi sette giorni di aprile 27 ospiti sono deceduti a causa del Covid-19, ammettendo che il virus è entrato, in maniera devastante, nello storico ente assistenziale. L'eurodeputato del Pd ed ex assessore milanese Pierfrancesco Majorino, che da tempo denuncia la "strage silenziosa" in atto nelle case di riposo lombarde, affronta la questione del Trivulzio e delle altre residenze sanitarie assistenziali lombarde con Fanpage.it.

Cosa sta succedendo al Trivulzio? Come ne esce lo storico ente da questa vicenda?

L'immagine del Trivulzio ne esce segnata molto negativamente e questo mi amareggia molto, perché negli ultimi anni c'era stato uno straordinario salto di qualità in termini di innovazione interna e qualità nella gestione. Purtroppo queste settimane sono brutte, di grande dramma, e io penso che la direzione e il direttore del Pat stiano sbagliando a minimizzare.

La direzione continua però a sostenere di non aver coperto alcuna strage.

Non parlo di risvolti d'altro genere o risvolti giudiziari che non mi competono minimamente, parlo solo di questioni gestionali. Ci sono troppe testimonianze di famigliari e infermieri che raccontano di un grande disagio interno e il numero dei decessi sta crescendo purtroppo in maniera importante. Lo dico con grande dispiacere, ma la situazione mi pare grave. Poi è evidente che il Trivulzio attira l'attenzione per le sue dimensioni e la sua notorietà, e che ci sono tantissime case di riposo in cui la situazione è ancora più drammatica, ma ciò non può essere utilizzato per sminuire la gravità della situazione nella  casa di riposo più importante dei milanesi, che ha una gloriosa storia e sono sicuro continuerà ad avere un ruolo centrale nel Welfare ambrosiano.

Come valuta l'istituzione della commissione d'inchiesta della Regione?

È un tentativo curioso, perché la Regione dovrebbe essere lei oggetto di una commissione d'inchiesta. Al Trivulzio sicuramente la situazione è sfuggita di mano, però se pensiamo alla vicenda delle mascherine, al fatto cioè che c'è stata una grande difficoltà nella distribuzione interna, questa deriva innanzitutto dalla sottovalutazione da parte della Regione. Non vorrei che Palazzo Lombardia facesse una commissione per scaricare le proprie responsabilità. In questo quadro mi è sembrata invece molto utile e intelligente la scelta di una figura di grande autorevolezza come quella di Gherardo Colombo da parte del Comune di Milano.

A proposito di Regione. Dalle parole di Fontana e Gallera sembra quasi che il Trivulzio sia a gestione mista col Comune di Milano, cosa che anche il sindaco di Milano Beppe Sala ha chiarito non essere così. 

La trovo veramente un'affermazione sciagurata. La Regione ha fatto anni fa una legge per limitare i poteri del Comune. Non c'è più un consiglio di amministrazione, ma un consiglio di indirizzo e il direttore, che è la figura centrale, non è più nominato dal Cda di cui prima faceva parte anche il Comune. Si è passati da un modello di oggettiva gestione mista, a un modello in cui c'è solo un consiglio di indirizzo che si occupa di grandi strategia, ma la gestione quotidiana è in capo a un direttore nominato da Regione. Tutto questo è stato fatto dalla Regione per esautorare il Comune, e adesso che c'è lo scandalo dicono che la gestione è mista: vuol dire che hanno una faccia di bronzo sconvolgente.

Che peso ha il Comune nella gestione del Trivulzio? 

Io non dico che il Comune di Milano non ci sia, nel Pio Albergo Trivulzio. Ad esempio sui bilanci conta molto il consiglio di indirizzo, ma nella gestione quotidiana non conta niente, il Comune è stato esautorato nei suoi poteri dalla Regione.

Colombo torna al Trivulzio 28 anni dopo l'arresto dell'allora presidente Mario Chiesa Tangentopoli.

Siamo di fronte a temi molto diversi e a ruoli molto molto diversi. Non è un'azione della magistratura, ma Gherardo Colombo è una figura di grande spessore e autorevolezza. Ma al di là della commissione ripeto l'oggetto della commissione dovrebbe essere la Regione stessa. Anche perché il Trivulzio è la punta dell'iceberg, mi auguro che si concentri l'attenzione anche su quello che c'è sotto il pelo dell'acqua, cioè le decine e decine di case di riposo lombarde spesso anche piccole e in piccoli comuni abbandonate a se stesse, dove si sta consumando una strage silenziosa.

Ha ricevuto segnalazioni da altre strutture milanesi? 

Io credo che ci siano problemi seri all'Auxologico, a Quarto Oggiaro, alle case di riposo del Corvetto. Siamo di fronte a un panorama molto complicato.

L'impressione è che l'ondata di contagi che forse a Milano si è abbattuta un po' in ritardo rispetto ad altri territori come Bergamo e Brescia, possa portare adesso, ad aprile inoltrato, a un aumento dei decessi anche "sommersi".

Assolutamente, e le case di riposo sono purtroppo un focolaio milanese anche perché non si è fatto un piano occupazionale straordinario, gli enti sono spesso privi di personale adeguato, si è intervenuto tardi con mascherine e tamponi e non si è provveduto a riorganizzare le case di risposo stesse. Tutte competenze sanitarie che doveva essere la Regione a sviluppare o materia su cui c'era bisogno di un intervento della Regione. Ricordo invece che solo pochi giorni fa Fontana dichiarava che la situazione nelle case di riposo era sotto controllo.

Cosa si può fare per arginare, adesso, questa situazione?

La Regione non sta riuscendo a gestire la situazione, è evidente. Io dico: ispezioni ministeriali ovunque, non solo al Trivulzio. Con le prefetture istituire comitati territoriali con dentro anche la Regione, Ats, i Comuni e gli enti gestori. E insieme fare il punto struttura per struttura per capire cosa serve come materiale, come intervenire, se c'è la possibilità di far uscire gli ospiti e metterli in alberghi temporanei. Va fatto subito, perché ogni giorno che si perde è un giorno tragico per la vita delle persone.

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