Tutto avviene a Paderno Dugnano. Tempo di elezioni. Il ministro dell'inferno in campagna elettorale permanente si concede ai soliti selfie, sapendo che il suo Instagram, come Twitter, vale molto di più del programma e delle liste (dove, in seconda posizione ha messo un cugino del boss al 41 bis Vincenzo Mandalari di Bollate) quando a un certo punto si avvicina il fan entusiasta e solleva la maglietta. L'uomo, smisuratamente tatuato, ha sull'addome l'aquila del nazismo, altra simbologia di quel genere e poi la faccia di Salvini. Un uomo che espone simboli di quel tipo in Italia commette un reato. L'apologia di fascismo non è qualcosa che va declamata. Va applicata.
E invece Salvini ride sornione nel vedere la sua faccia sotto l'ombelico del fan esagitato. Intorno c'è la scorta, ci sono i carabinieri, c'è la polizia locale e c'è il candidato sindaco. Nulla di nulla. Come nulla di nulla, se ci pensate, accade quando all'arrivo di Salvini su un palco qualsiasi viene salutato da qualche braccio teso. Non succede nulla quando alle sue manifestazioni i nostalgici espongono simboli di mussoliniana memoria. Niente. Quella legge, in presenza del ministro dell'Interno, sembra semplicemente una raccomandazione. Qualcosa più simile a un buffetto sulla guancia di cui riderci sopra.
Eppure questo è solo uno delle decine di casi che ogni giorno si ripete in giro per l'Italia e mai si è avuta notizia di qualche indagine aperta. Non hanno verbalizzato nulla i carabinieri di Paderno Dugnano? La Polizia Locale non ha visto sfilare simboli nazifascisti di fronte alla platea che si era assiepata sotto il sole per aspettare il Capitano? Possibile che nessuno mai abbia il coraggio di non essere servitore del potente di turno ma onesto servitore delle leggi dello Stato e intervenga con una relazione da spedire in Procura? Possibile che sia diventato così maledettamente divertente sdoganare qualcosa di cui, fino a solo qualche mese fa, la gente si sarebbe vergognata (per lo meno in pubblico)?
Un ministro che sorride di fronte a un'aquila nazista e qualche altro paio di tatuaggi di quel tipo è una cosa schifosa. È un'onta per chi, il 25 aprile è appena passato, ha combattuto i periodi più bui della storia d'Europa per permettere la democrazia e la libertà.E allora la domanda sorge spontanea: perché con i fan di Salvini non si applica la legge? Perché?