Lombardia, nasce ufficialmente l’Autorità regionale anticorruzione: approvata la legge

Non sono bastati i rilievi di Raffaele Cantone, né le accuse mosse dall'opposizione. L'Autorità regionale anticorruzione (Arac) voluta dal governatore lombardo Roberto Maroni dopo l'ultimo scandalo legato alla sanità in Lombardia è diventata legge. L'organismo è stato istituito in via sperimentale per tre anni: dovrà vigilare sugli appalti ed evitare che qualcuno possa lucrarvi sopra, come già avvenuto in più circostanze durante questa amministrazione (e anche nelle precedenti): l'ultimo caso è quello che ha portato in carcere l'ex braccio destro di Maroni, Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità di Regione Lombardia.
In sé la notizia della creazione dell'Arac potrebbe essere positiva, se non fosse che adesso l'organismo appena istituito rischia di finire al centro di una serie di ricorsi. In primis dovuti al fatto che, come il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione aveva rilevato, l'Arac sarebbe una sorta di doppione dell'Anac, e si potrebbero venire a creare conflitti di attribuzione su un tema, quello della prevenzione della corruzione, che secondo Cantone è prerogativa dell'autorità da lui presieduta.
L'opposizione: "Operazione di marketing"
Ci sono poi le pregiudiziali di incostituzionalità presentate dal Pd, Patto Civico e Movimento 5 stelle, che il Consiglio regionale ha discusso ma di cui ha deciso di non tenere conto: "L'operazione di Maroni è solo marketing dopo lo scandalo tangenti – ha affermato il M5s -. L'ente farlocco di Maroni creerebbe sovrapposizioni e interferenze, fino a possibili conflitti di attribuzione, con una materia che ha esclusiva competenza statale ed è riservata all’Anac". L'autorità voluta da Maroni è comunque stata approvata dalla maggioranza, compatta con i suoi 45 voti contro i 29 no dell'opposizione. Per il governatore l'Arac sarà il braccio operativo dell'Anac a livello regionale, aiutando l'autorità di Cantone a fare meglio il proprio lavoro.
I rilievi dell'opposizione al Pirellone sottolineano invece da un lato l'inutilità dell'ente, dall'altro la sua mancata "terzietà": "Come può essere terza un'autorità in cui il presidente della Regione ha la possibilità di nominare i vertici, non ha un bilancio proprio e per ogni spesa deve avere l'autorizzazione dal bilancio regionale?", ha chiesto il capogruppo del Pd Enrico Brambilla, che ha detto che l'Arca sarà solo una spesa in più per i cittadini lombardi. Maroni ha però intenzione di andare avanti da solo: adesso bisognerà vedere però se, come già accaduto per la cosiddetta legge "antimoschee", il governo deciderà di impugnare la legge istitutiva della neonata Arac.