Lombardia, lettera dei medici specializzandi: “Regione riconosca nostro impegno ed estenda il bonus”
Una lettera, firmata da oltre 1600 medici specializzandi della Lombardia, per chiedere alla Regione di riconoscere il loro impegno e lavoro durante la pandemia di coronavirus e di estendere anche a loro il riconoscimento economico previsto per tutti gli operatori sanitari. È quella che il coordinamento degli specializzandi della Lombardia, che comprende medici in formazione specialistica delle Scuole di specializzazione di tutte le università lombarde, hanno inviato ieri al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e ai vertici della giunta. Si tratta del secondo atto di una battaglia che impegna i medici specializzandi da diverse settimane, e cioè da quando la giunta ha deciso, come avvenuto in altre regioni italiane, di destinare un bonus economico a medici e infermieri che sono stati (e sono tuttora) impegnati in prima linea nella lotta al Covid-19, rischiando spesso in prima persona. La Lombardia con una legge regionale ha raddoppiato i fondi promessi dal governo, destinando 82 milioni di euro di risorse proprie che dovrebbero aggiungersi, ma il condizionale è d'obbligo, a quelle inserite nel Decreto rilancio del governo, la cui pubblicazione in Gazzetta ufficiale è attesa nelle prossime ore. Per il momento, spiegano da Palazzo Lombardia, è però tutto bloccato proprio in attesa delle decisioni del governo.
I medici specializzandi: Essenziali per affrontare l'emergenza
Gli specializzandi, che altrove sono stati esclusi dalla platea di beneficiari dei bonus, chiedono ai vertici regionali lombardi di essere ricompresi tra coloro che riceveranno il riconoscimento economico. Nella lettera, sottoscritta da giovani medici dell'Università degli Studi di Milano e della Bicocca, di Pavia, Brescia, dell'Insubria, dell'Università Vita e Salute S. Raffaele e dell'Humanitas, gli specializzandi ricordano come Regione Lombardia abbia da sempre prestato particolare interesse al proprio Sistema sanitario regionale (Ssr), "con una forte vocazione alla ricerca, al progresso e alla formazione", che ha attirato molti giovani camici bianchi. "Questo grande patrimonio umano fatto di giovani medici, nel momento in cui la pandemia ha colpito drammaticamente la nostra regione, è risultato essenziale per affrontare l’emergenza", scrivono gli specializzandi, sottolineando come anche grazie alla loro partecipazione "siamo riusciti a riorganizzare l'assetto di interi ospedali, in grado così di accogliere, in nuovi reparti, l'ingente carico di pazienti affetti da Covid-19". Con i colleghi medici e gli infermieri gli specializzandi hanno anche accettato "di essere sottoposti a turni di lavoro pesanti e ad ore di straordinari, spesso non supportati da adeguati riposi" e hanno in alcuni casi lavorato "con scarsi (o addirittura assenti) Dpi (dispositivi di protezione individuale, ndr), con conseguente aumento del rischio biologico".
Escluderci dal bonus sarebbe chiaro segnale di disinteresse
"Alla luce del lavoro svolto e dell’impegno profuso in questo periodo di estrema emergenza e necessità – scrivono i medici in formazione specialistica – escluderci dall’incentivo economico offerto al resto del personale sanitario, sarebbe un chiaro segnale di disinteresse nei nostri confronti: non possiamo essere considerati medici quando necessario, messi in prima linea e parte attiva e fondamentale in un momento di emergenza sanitaria nazionale, e viceversa essere considerati studenti nel momento in cui ci viene richiesto di versare contributi economici". Da qui le richieste alla Regione: il formale riconoscimento dell'impegno e del lavoro svolto, l'estensione alla categoria del contributo economico previsto dalla Regione, l’apertura di un dialogo con le istituzioni regionali per migliorare le condizioni di lavoro degli specializzandi e valorizzarne la figura e la garanzia che ai futuri tavoli di discussione sulle tematiche concernenti il futuro dei medici specializzandi ci sia spazio per una loro rappresentanza. Alcuni giorni fa l'Università Bicocca di Milano si era schierata dalla parte degli specializzandi chiedendo, per voce della rettrice Giovanna Iannantuoni, che anche loro potessero ricevere il bonus: "I medici specializzandi si sono rivelati un’enorme e qualificata risorsa per il sistema ospedaliero e penso che tutti gli italiani siano immensamente riconoscenti verso di loro". Adesso, dopo la richiesta diretta, si attende di capire cosa deciderà la Regione in merito.
La lettera integrale del coordinamento degli specializzandi della Lombardia
In un momento storico in cui tutti siamo stati costretti a sacrifici quotidiani per far fronte alle necessità imposte dall’emergenza COVID-19, appare condivisibile che il riconoscimento dell’impegno e del lavoro svolto siano destinati a tutte le categorie impegnate nella gestione e nella tutela della salute. In merito a ciò, apprendiamo con interesse che Regione Lombardia abbia intenzione di stanziare per tutti gli operatori sanitari coinvolti nell’emergenza COVID-19 circa 80 milioni di Euro, come dichiarato nelle scorse settimane a media e giornali. Questa misura si viene a configurare in un contesto nazionale disomogeneo, in cui ogni Regione si è mossa in totale autonomia a seconda della propria sensibilità al tema. In particolare, nelle ultime settimane in diverse Regioni è stata confermata la volontà a corrispondere un bonus a ciascun/a operatore/trice sanitario/a e socio-sanitario/a impegnato/a nell’emergenza COVID-19, compresi i medici in formazione specialistica. Riteniamo tale iniziativa un importante riconoscimento dello straordinario lavoro svolto dai/lle lavoratori/trici della salute in corso dell’emergenza sanitaria.
Infatti Regione Lombardia ha da sempre prestato particolare interesse al proprio Sistema Sanitario Regionale, con una forte vocazione alla ricerca, al progresso e alla formazione. Per tale motivo è stata da sempre attrattiva per molti medici in formazione specialistica, che esercitano con dedizione e serietà la professione medica. Questo grande patrimonio umano fatto di giovani medici, nel momento in cui la pandemia ha colpito drammaticamente la nostra regione, è risultato essenziale per affrontare l’emergenza.
Grazie alla immediata partecipazione nostra e di tutti gli/le altri/e operatori/trici sanitari/e siamo riusciti a riorganizzare l'assetto di interi ospedali, in grado così di accogliere, in nuovi reparti, l'ingente carico di pazienti affetti da COVID-19. Nel contempo abbiamo accettato, come il resto del personale sanitario, di essere sottoposti a turni di lavoro pesanti e ad ore di straordinari, spesso non supportati da adeguati riposi. In alcuni casi abbiamo addirittura lavorato con scarsi (o addirittura assenti) DPI, con conseguente aumento del rischio biologico.
Molti colleghi appartenenti a scuole di specializzazione che per loro natura non sarebbero state coinvolte nell’assistenza a pazienti affetti da COVID-19, si sono prontamente riconvertiti per far fronte alla situazione di emergenza, andando a coadiuvare specialisti e specializzandi delle altre branche. Chi non è stato coinvolto direttamente nei reparti COVID ha continuato a lavorare a pieno regime, garantendo il pieno funzionamento di ospedale e territorio. Non si può inoltre non menzionare anche lo straordinario lavoro svolto da tutti i medici specializzandi impegnati nei vari laboratori di tutta la regione.
Inevitabilmente, durante questo intenso periodo, la quasi totalità dei Medici in Formazione Specialistica ha visto sottrarsi la propria didattica, per far fronte alle necessità del sistema e non ha potuto seguire lezioni, ambulatori specialistici o attività di sala operatoria previsti nel percorso formativo di ogni singola scuola di specializzazione. Ancora non vi sono indicazioni precise su quando e come ognuno di noi specializzandi riprenderà la sua usuale attività formativa. In alcuni casi, molti di noi sono stati collocati per necessità nei presidi periferici della rete formativa, dovendo non di rado pagare un doppio affitto. Tuttavia, se la didattica è sospesa, o fortemente ridotta, non lo sono le tasse universitarie (che negli Atenei lombardi sono ampiamente superiori ai 2000€ annuali). La nostra formazione è ad oggi “congelata” e non sappiamo quanto a lungo sarà necessario il nostro impegno nella gestione della pandemia: siamo pronti/e ad essere presenti, ma la nostra condizione è precaria.
Alla luce del lavoro svolto e dell’impegno profuso in questo periodo di estrema emergenza e necessità, con un incremento e una redistribuzione delle nostre mansioni, escludere i medici in formazione specialistica dall’incentivo economico offerto al resto del personale sanitario, sarebbe un chiaro segnale di disinteresse nei nostri confronti: non possiamo essere considerati medici quando necessario, messi in prima linea e parte attiva e fondamentale in un momento di emergenza sanitaria nazionale, e viceversa essere considerati studenti nel momento in cui ci viene richiesto di versare contributi economici.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria abbiamo riconosciuto senza tentennamenti la priorità contestuale del nostro contributo professionale nella gestione della pandemia e siamo pronti a continuare a garantire la nostra assistenza per tutto il tempo necessario, ma il nostro percorso di formazione specialistica non è di facciata: siamo parte attiva del SSN che deve tutelare il nostro diritto alla formazione e garantire i trattamenti e le tutele che sono riservate a tutto il personale sanitario.
Per queste ragioni chiediamo:
- Un formale riconoscimento da parte di Regione Lombardia, nella forma reputata più consona, del nostro impegno e del lavoro svolto in supporto a tutto il Sistema Sanitario Regionale.
- L’estensione del contributo economico previsto da Regione Lombardia anche ai medici in formazione specialistica, aventi diritto a parità di trattamento dei colleghi dirigenti medici.
- L’apertura di un dialogo con le istituzioni regionali, volto al miglioramento delle condizioni di lavoro dei medici specializzandi nelle strutture sanitarie della nostra Regione e alla tutela e valorizzazione della nostra figura professionale, in collaborazione con le diverse Università.
- La garanzia che ai tavoli di discussione sulle tematiche concernenti il nostro futuro, la certificazione del nostro grado di autonomia e la possibilità di assunzione dalle varie strutture, ci sia spazio per una rappresentanza di noi medici specializzandi identificata in maniera chiara e trasparente all’interno delle nostre Università.
Sicuri della Vostra comprensione e rimanendo sempre disponibili al dialogo, confidiamo in una presa di posizione netta da parte Vostra.