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Lombardia, l’appello dei medici specializzandi a Fontana: “La Regione ci riconosca un bonus”

Appello dei medici specializzandi della Lombardia al governatore Attilio Fontana: “La Regione riconosca anche noi come beneficiari del bonus per gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19”. Il sostegno dell’Università Bicocca: “I medici specializzandi si sono rivelati un’enorme e qualificata risorsa per il sistema ospedaliero – ha detto la rettrice Giovanna Iannantuoni – e penso che tutti gli italiani siano immensamente riconoscenti verso di loro”.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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Anche i medici specializzandi chiedono di ricevere il bonus che la Regione Lombardia ha intenzione di erogare al personale sanitario impegnato in prima linea nell'emergenza Coronavirus. L'appello al governatore Attilio Fontana arriva dai rappresentanti degli specializzandi ed è stato condiviso anche dall'Università degli Studi di Milano-Bicocca, primo ateneo a schierarsi apertamente a sostegno della richiesta dei giovani camici bianchi. "Il nostro Ateneo sostiene con forza la richiesta dei medici specializzandi della nostra e di tutte le altre università di essere inclusi tra i beneficiari degli interventi finanziari che dovrebbero essere destinati dalla Regione Lombardia a favore del personale medico e infermieristico che è stato coinvolto in prima persona per fronteggiare l'emergenza Covid-19", ha affermato oggi la rettrice della Bicocca Giovanna Iannantuoni in un comunicato apparso sul sito dell'università. "I medici specializzandi si sono rivelati un'enorme e qualificata risorsa per il sistema ospedaliero – ha proseguito la rettrice – e penso che tutti gli italiani siano immensamente riconoscenti verso di loro". Iannantuoni ha sottolineato la dedizione con cui gli specializzandi hanno rivestito il loro ruolo clinico a prescindere dalla specializzazione: "Per questo ritengo necessario che il loro impegno a favore della comunità riceva il giusto riconoscimento da parte delle istituzioni".

Le stesse istituzioni che, in alcuni casi, hanno gettato pesanti ombre sul fondamentale ruolo degli specializzandi nella tenuta del sistema ospedaliero italiano: "Proprio oggi i nostri colleghi di Padova sono in sciopero, dopo le dichiarazioni del direttore sanitario della locale azienda ospedaliera, Daniele Donato, secondo cui gli stessi avrebbero favorito con i loro comportamenti la diffusione del virus", spiega a Fanpage.it Simone Famularo, uno dei rappresentanti degli specializzandi della Bicocca. Anche Famularo, all'ultimo semestre della specializzazione in Chirurgia generale, durante l'emergenza sanitaria è stato ed è tuttora impegnato in prima linea, all'interno dell'ospedale San Gerardo di Monza. La sua posizione è però diversa da quella dei colleghi, in quanto lui ha risposto a uno dei bandi pubblicati da Regione Lombardia nel momento di massima emergenza, venendo assunto con un contratto co.co.co per dare una mano in una situazione estremamente difficile.

Gli specializzandi: Noi sempre sospesi tra studenti e lavoratori

Come il dottor Famularo, però, praticamente tutti i colleghi specializzandi sono stati impegnati nei diversi ospedali lombardi, in quanto la loro attività nei vari Dpcm emanati dal governo non è mai stata sospesa. Ciò ha determinato una situazione per la quale l'attività formativa dei medici specializzandi è stata di fatto interrotto per via dell'emergenza sanitaria, ma il loro impiego in veste di "lavoratori" non è mai venuto meno. "Il nostro status giuridico è sempre stato sospeso tra quello di studenti e quello di lavoratori, una condizione di cui spesso il sistema si è approfittato", spiega Famularo. Gli specializzandi infatti godono di un contratto nazionale, che però non è un Ccln: vengono pagati con una borsa di studio che è esente dall'Irpef, ma devono pagare i contributi all'Enpam (Ente nazionale previdenza e assistenza medici, la "cassa" dei dottori) e iscirversi alla gestione separata dell'Inps. Inoltre pagano una tassa universitaria che non è quasi mai progressiva in base al reddito, ma è una sorta di flat tax.

Le richieste dei medici specializzandi

Il ruolo importante degli specializzandi nel sistema ospedaliero italiano era stato evidenziato anche da una delibera della giunta regionale lombarda dell'ottobre 2019 per ovviare alla mancanza di personale: prevedeva la possibilità di impiegare nelle strutture sanitarie medici in formazione specialistica che potessero operare in modo autonomo. "La delibera andava nella giusta direzione, ma poi purtroppo è arrivata la pandemia e tutto si è bloccato – spiga Famularo -. Adesso però, siccome il governatore Fontana ha espresso la volontà di erogare un bonus per medici e infermieri, noi chiediamo di inserire anche tutti gli specializzandi tra i beneficiari". In altre regioni dove il bonus è già arrivato dalle intenzioni a delibere, i medici in formazione specialistica non sono stati considerati, suscitando l'indignazione di una categoria che "ovunque ci sono stati reparti Covid ha lavorato a pieno titolo", sottolinea Fasolaro.

Il bonus è comunque solo una delle richieste che gli specializzandi vogliono portare avanti. Proprio nel loro doppio status di studenti e lavoratori, chiedono anche alle università la possibilità di ridurre la seconda rata della tassa universitaria, considerando anche la sospensione di fatto delle attività formative: e a proposito di quest'ultimo punto chiedono la ripresa programmata delle attività, ora che il "picco" dell'emergenza sanitaria sembra essere passata, da concordare di concerto con gli stessi studenti.

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