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Lombardia, approvata la legge per installare le telecamere nelle case di riposo

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una legge che favorisce l’installazione di impianti di videosorveglianza all’interno delle case di riposo per anziani e delle strutture che ospitano disabili. Non ci sarà alcun obbligo, ma solo agevolazioni per le strutture che installeranno le telecamere.
A cura di Francesco Loiacono
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Occhi elettronici contro i maltrattamenti all'interno delle case di riposo e delle strutture per disabili. Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una legge che favorisce l'installazione di impianti di videosorveglianza all'interno delle strutture che ospitano le persone più fragili e indifese. A favore del provvedimento, presentato dal partito Pensionati, hanno votato tutti i gruppi di maggioranza del centrodestra. Astenuti Pd, Patto Civico e Movimento Cinque stelle, mentre l'unico voto contrario è arrivato dalla consigliera di Sel, Chiara Cremonesi.

La legge non istituisce alcun obbligo: le 678 residenze sanitarie assistenziali della Lombardia, che possono ospitare circa 58mila persone, potranno però accedere a fondi pari a 1,4 milioni di euro, stanziati per l'anno in corso dal Pirellone per compartecipare al 50 per cento delle spese. Per quanto riguarda i possibili problemi di privacy, invece, la legge approvata prevede che le registrazioni possano essere disponibili solo su autorizzazione della magistratura. Le telecamere, comunque, saranno installate solo nelle sale comuni delle strutture e non nelle stanze dei pazienti.

Il M5s: "Non serviva una legge, bastava un bando"

Il consigliere del M5s Dario Violi ha commentato: "Non siamo contrari alla presenza di telecamere nelle residenze, ma questa legge è davvero poca cosa. Per aprire un bando, come fa questo provvedimento, non serviva una legge specifica, ma la Giunta regionale poteva stanziare serenamente le risorse nell'ambito del suo mandato. Siamo insomma all'opposto della semplificazione normativa". Violi si è detto poi dubbioso sul fatto che la presenza delle telecamere nei corridoi possa fare da deterrente per le violenze, "che spesso avvengono nelle stanze".

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