Lodi, il controllore accoltellato su un treno da un immigrato si è inventato tutto
Aveva detto di essere stato accoltellato su un treno regionale Trenord in servizio tra Piacenza e Milano, lo scorso mercoledì mattina. Ma, secondo la procura, il controllore che ha denunciato l'episodio si sarebbe inventato tutto: è stato lui stesso ad accoltellarsi. Incredibile colpo di scena nella vicenda che ha tenuto banco per giorni, spingendo addirittura i sindacati a indire lo scorso lunedì mattina uno sciopero di quattro ore che ha paralizzato i treni in Lombardia.
Il controllore accusato di calunnia e simulazione di reato
Secondo il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, l'aggressione denunciata da D.F., 45enne dipendente di Trenord, non è mai avvenuta. A smascherare l'uomo, che il 19 mattina era finito in ospedale spiegando di essere stato accoltellato da un uomo di colore, descritto come un africano alto e magro, sono state le indagini della polizia di Lodi, con l'ausilio della scientifica. Adesso il controllore dovrà rispondere delle accuse di calunnia, simulazione di reato e anche interruzione di pubblico servizio.
Il presunto aggressore non era mai stato trovato
Il presunto aggressore del 45enne, d'altronde, non era ancora stato individuato. La notizia di un fermo in relazione all'episodio era stata smentita negli scorsi giorni dal procuratore Chiaro, che aveva poi affermato che il responsabile era ancora libero e pericoloso. Non si sa, a questo punto, se le dichiarazioni del procuratore fossero una mossa per non destare sospetti nel controllore, intorno al quale lentamente iniziava a restringersi il cerchio degli inquirenti.
L'uomo si è accoltellato da solo: le foto che lo incastrano
Dalle analisi delle telecamere di sicurezza delle ferrovie regionali sono arrivate ulteriori conferme all'ipotesi degli inquirenti. In una fotosequenza (riportata in testa all'articolo) è ripreso quanto accaduto la mattina del 19 luglio: il 45enne è andato nel bagno del treno e si è ferito da solo a una mano, conficcandosi il coltello da parte a parte. Poi è uscito e ha sbloccato le porte del convoglio: una mossa che serviva a giustificare il fatto che il presunto aggressore fosse scappato a treno in corsa, come il 45enne aveva poi detto alla polizia. Poi, alla stazione di Santo Stefano Lodigiano, è sceso dal treno facendosi portare in ospedale a Codogno, da dove è stato dimesso con 15 giorni di prognosi.
Dopo l'episodio era scattata la psicosi e la caccia allo straniero che lo aveva accoltellato, con l'allarme sicurezza a bordo dei treni regionali che era rimbalzato su tutti i mezzi di informazione. Un allarme sicurezza che certamente c'è: ma che non ha certo bisogno di essere alimentato da invenzioni e falsità.
Perché lo ha fatto: voleva vendicarsi di una presunta lite
Il procuratore di Lodi ha poi chiarito il motivo per cui il controllore si è inventato tutto: "Mi sono vendicato di una lite avuta il giorno prima con quella persona, mi aveva minacciato di morte se lo avessi ancora disturbato per chiedergli il biglietto", ha detto il dipendente Trenord. Quella persona è proprio l'immigrato descritto dal 45enne agli inquirenti, che era stato poi fermato e subito lasciato andare. Ma a questo punto la polizia indaga anche su questa lite, per capire se sia effettivamente avvenuta. Il procuratore Chiaro ha poi aggiunto delle parole che potrebbero rivelarsi importanti anche ai fini della condanna del controllore, prefigurando una sorta di attenuante: "Si è inventato tutto, la vicenda va letta come segnale di esasperazione per la situazione che stanno vivendo".
Oscurato il profilo Facebook del controllore
A orientare gli inquirenti sulla strada della simulazione di reato è stato lo stesso dipendente Trenord. Subito dopo la finta aggressione l'uomo ha infatti pubblicato sul proprio profilo Facebook (che nel frattempo non è più visibile online) alcune foto, tra cui quella che ritraeva il coltello nella mano. L'immagine è stata analizzata attentamente dalla scientifica, che l'ha poi considerata un segnale del fatto che qualcosa non quadrava nel racconto del controllore.