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Lo sfogo di Corona: “Io dalla galera pago le tasse, Formigoni in carcere non ci andrà mai”

Sfogo di Fabrizio Corona in un’aula del tribunale di Milano: “Quest’anno dalla galera ho pagato 2 milioni di euro in tasse. Non lo ha fatto Mario Mantovani, quando era detenuto, e neppure Roberto Formigoni che in carcere non ci andrà mai”. L’ex re dei paparazzi è apparso davanti ai giudici della sezione Misure di prevenzione, che devono decidere se confiscare o dissequestrare gli ormai famosi 2,6 milioni di euro e la sua casa di via De Cristoforis a Milano.
A cura di Francesco Loiacono
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Fabrizio Corona è comparso oggi in un'aula del tribunale di Milano, davanti ai giudici della sezione Misure di prevenzione. Al centro delle udienze (altre sono previste nei prossimi giorni) il destino degli ormai famosi 2,6 milioni di euro e della sua casa di via De Cristoforis a Milano. Tutti beni sequestrati nell'ambito del processo che ha portato, lo scorso giugno, alla condanna a un anno per elusione fiscale per l'ex re dei paparazzi. Una condanna considerata una sorta di vittoria per i legali di Corona, dal momento che è caduta l'imputazione più grave: intestazione fittizia di beni.

Lo sfogo di Corona davanti ai giudici

Davanti ai magistrati che dovranno decidere se confiscare o dissequestrare il denaro e l'abitazione, Corona si è lasciato andare a uno sfogo: "Quest'anno dalla galera ho pagato 2 milioni di euro in tasse. Vorrei sapere chi ha mai pagato un solo euro di tasse dal carcere. Non lo ha fatto Mario Mantovani, quando era detenuto, e neppure Roberto Formigoni che in carcere non ci andrà mai". Il riferimento di Corona è dovuto alle vicende giudiziarie che vedono coinvolti l'ex vicepresidente della Regione e l'ex governatore, quest'ultimo condannato in primo grado a sei anni per corruzione.

Corona e la sua collaboratrice sono accusati di riciclaggio

La difesa di Corona ha chiesto di dissequestrare il denaro e l'abitazione, in quanto la sentenza di giugno – contro la quale la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha presentato ricorso in appello – avrebbe dimostrato l'origine lecita dei soldi: si tratterebbe dei compensi in nero pagati a Corona per la sua partecipazione a serate e inaugurazioni di locali in tutta Italia. Il pubblico ministero Alessandra Dolci, al contrario, chiede che l'appartamento e il denaro vengano confiscati. Il tesoretto in contanti sequestrato a Corona era stato trovato in parte nel controsoffitto dell'abitazione della sua collaboratrice Francesca Persi (condannata lo scorso giugno a tre mesi di reclusione) e in parte in due cassette di sicurezza in Austria. Ed è proprio quest'ultimo punto che potrebbe causare nuovi guai giudiziari per Corona e la sua collaboratrice: entrambi risultano infatti indagati per riciclaggio. Un ipotesi di reato che, nel caso di Corona, si somma a quelle per appropriazione indebita e dichiarazione infedele dei redditi, sempre legate a quei contanti che rischiano di diventare una vera e propria maledizione per l'ex re dei paparazzi, in carcere dal 10 ottobre del 2016.

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