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Lo chef Carlo Cracco sulla Fase 2: “Piuttosto che il plexiglass nel ristorante, chiudo”

“Plexiglass no, piuttosto chiudo”. Così Carlo Cracco ha risposto a chi gli chiedeva come si immagina la riapertura del suo ristorante a Milano, prevista secondo le indicazioni del governo il prossimo 1 giugno. “Credo che il problema non sia quello delle distanze, ma di poter lavorare in sicurezza”, ha detto lo chef intervenendo alla trasmissione “Un giorno da pecora” su Radio1.
A cura di Francesco Loiacono
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Come tutti gli altri ristoratori, anche Carlo Cracco dovrà attendere fino al prossimo 1 giugno per riaprire il suo ristorante nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, che vanta una stella Michelin. Intervenuto durante la trasmissione "Un giorno da pecora" su Radio Uno, lo chef ha commentato l'ultimo Dpcm del governo sulla cosiddetta Fase 2 dell'emergenza Coronavirus: "Forse qualcosa in più si poteva fare – ha detto Cracco – ognuno di noi ha i propri desideri, più che altro per ritornare alla normalità, però bisogna anche seguire quelle che sono le disposizioni". Attualmente i ristoranti milanesi di Cracco (oltre a quello in Galleria, c'è anche Carlo e Camilla in segheria e Carlo e Camilla in Duomo) sono chiusi al pubblico, ma stanno lavorando con il servizio di delivery, le consegne a domicilio: "Cerchiamo di sopravvivere e di non farci venire la malinconia".

Sollecitato dai due conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari su come si immagina la ripartenza, e in particolare sulla possibilità di utilizzare barriere di plexiglass per separare i suoi avventori, Cracco ha detto: "Plexiglass no, piuttosto chiudo. Credo che più che altro il problema non sia quello delle distanze, il problema principale è quello di poter lavorare in sicurezza", ha detto lo chef veneto, ma milanese d'adozione,  che ha spiegato che nel suo locale si sta attrezzando per poter effettuare i tamponi ai suoi dipendenti: "Se non fotografiamo mai questa situazione non l'avremo mai – ha detto a proposito della natura istantanea dell'esito del tampone -. Poi andrà fatto di nuovo, un po' come gli esami del sangue. Se uno è positivo viene tenuto fuori, chi è negativo può tornare al lavoro".

Cracco: Piatto che proporrò al rientro? Bollicine per tutti

Lo chef ha poi individuato nella riduzione dei coperti l'unico, grande cambiamento che si noterà nel suo locale: "Non vedo altre barriere che si possano frapporre tra cliente e personale. Già sarà una situazione strana, perché la voglia di andare al ristorante non sarà tantissima. Stiamo venendo fuori da una guerra. Il problema principale lo vedo sul lato economico – ha poi aggiunto Cracco – non so quanti avranno voglia e possibilità di tornare ai ristoranti come prima". Sul piatto che vorrebbe offrire ai clienti al momento della ripartenza la risposta dello chef è stata spiazzante: "Bollicine per tutti, mangiare non ne abbiamo bisogno, abbiamo mangiato fin troppo".

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