Licenziati i dipendenti della fonderia Bozzoli. E l’inchiesta sull’imprenditore scomparso è ferma
Dalla scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli, socio dell'omonima fonderia di Marcheno, in provincia di Brescia, è passato quasi un anno. Era l'8 ottobre dello scorso anno quando dell'uomo si perse ogni traccia. E adesso rischia di scomparire definitivamente anche l'azienda dove l'uomo fu visto per l'ultima volta. Il commissario liquidatore nominato dal tribunale di Brescia ha infatti licenziato tutti e 15 i dipendenti della fonderia, rimasta sotto sequestro per mesi. Il licenziamento è l'inevitabile conseguenza del mancato accordo tra i due soci della fonderia, il fratello e la moglie di Mario, e dell'assenza di un altro investitore capace di rilevare l'azienda.
I sindacati avevano lanciato l'allarme
Dopo la scomparsa dell'imprenditore a lungo i sindacati avevano denunciato il rischio che la fabbrica potesse chiudere, aggiungendo così un altro dramma alle tragedie legate alla fonderia di Marcheno: la scomparsa di Mario Bozzoli e la morte – dopo pochi giorni – dell'operaio Giuseppe Ghirardini. La riaccensione di uno dei forni dove, secondo gli inquirenti, il cadavere dell'imprenditore sarebbe stato occultato, aveva fatto sperare nella ripresa della produzione: ma i dissidi tra i soci hanno di fatto portato al fallimento dell'azienda.
Una sorta di maledizione sembra ormai avere avvolto la fonderia del paese in provincia di Brescia. Anche sul fronte delle indagini, infatti, sembra ancora tutto fermo: le indiscrezioni sul ritrovamento di tracce dell'imprenditore scomparso negli scarti di lavorazione di uno dei forni non ha portato a sostanziali passi in avanti. Restano quindi indagati a piede libero – con l'accusa di omicidio e distruzione di cadavere – i due nipoti di Mario Bozzoli, figli del fratello Adelio, e due operai della fonderia. O meglio: ex operai.