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Legnano, corruzione elettorale e concorsi manipolati: condannato l’ex sindaco Gianbattista Fratus

Sono stati condannati l’ex sindaco leghista di Legnano Gianbattista Fratus e due assessori della sua giunta, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini, accusati di aver manipolato concorsi per posizioni dirigenziali in Comune, in municipalizzate e partecipate e per corruzione elettorale. I tre erano stati arrestati lo scorso maggio: questa mattina la decisione del tribunale di Busto Arsizio che ha processo Fratus con rito abbreviato.
A cura di Chiara Ammendola
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Il sindaco di Legnano Gianbattista Fratus
Il sindaco di Legnano Gianbattista Fratus

È stato condannato in primo grado a due anni e due mesi l'ex sindaco leghista di Legnano, Gianbattista Fratus, accusato di aver manipolato concorsi per posizioni dirigenziali in Comune, in municipalizzate e partecipate e per corruzione elettorale. Condannati anche l'ex vicesindaco e assessore al Bilancio Maurizio Cozzi a due anni l'assessora alle opere pubbliche Chiara Lazzarini a un anno e tre mesi, entrambi di Forza Italia.

L'arresto nel maggio 2019 dopo un anno di indagini

I tre erano stati arrestati lo scorso maggio e poi posti ai domiciliari al termine di una lunga indagine partita con l'accusa per Fratus di corruzione elettorale, in particolare relativamente a una nomina nel cda di Amga in cambio dell'appoggio elettorale al ballottaggio durante le elezioni, avvenuta anche grazie all'aiuto dei due assessori. Indagini iniziate nel marzo del 2018 a partire da un dossier (curiosamente depositato dallo stesso sindaco di Legnano Fratus) in cui venivano denunciate una serie di selezioni pilotate in Amga (di cui Lazzarini era stata dirigente) durante la precedente amministrazione. Questa mattina dopo quasi un anno è giunta la condanna in primo grado da parte del tribunale di Busto Arsizio per l'ex sindaco processato secondo rito immediato: tutti ricorreranno in appello.

Il sostituto procuratore Nadia Calcaterra aveva descritto i tre come politici e i dirigenti che non dimostravano "uno scarsissimo senso della legalità" e "non percepivano la gravità delle loro azioni, come se il loro fosse un modus operandi che, in quanto diffuso, è legalizzato”. Di fatto, secondo l'accusa, le nomine principali nelle società partecipate dal Comune di Legnano, ma anche all'interno dell'amministrazione stessa, erano pilotate da Fratus e dai due assessori, "con la connivenza di dipendenti dell'amministrazione disponibili ad accontentarli". "Una volta appreso che c'era una nomina vacante, gli indagati avviavano una selezione parallela", aveva spiegato al tempo il pm "agganciavano i loro candidati, sostenevano un colloquio, poi facevano in modo che il contenuto dei bandi venissero turbati, modellati sulla base dei requisiti delle persone scelte". Una procedura che, attraverso intercettazioni e ascoltando le conversazioni all'interno degli uffici comunali con una microspia, gli investigati hanno scoperto dalle parole stesse degli indagati. L'assessore Lazzarini, intercettata, diceva di una gara: “Bisogna pilotarla questa qua, bisogna prendere una che si conosce”. Il vicesindaco Cozzi, ascoltato dai finanzieri, diceva al sindaco Fratus "Si individua la persona e basta”, così che la gara diventava qualcosa di accessorio e senza valore.

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