Legionella in Lombardia, l’Istituto superiore di sanità: “Epidemia unica al mondo”
Quaranta casi di legionella accertata finora. E altri che presumibilmente verranno confermati man mano che si avranno i risultati degli esami. L'epidemia che a inizio settembre ha colpito la Lombardia, tra le province di Brescia e Mantova, è unica al mondo. A dirlo è il capo del dipartimento di malattie infettive ed epidemiologia all’Istituto Superiore di Sanità, Gianni Rezza: "Non sono riportati nella letteratura scientifica precedenti con caratteristiche così particolari", ha spiegato al "Corriere della sera". Sul portale "Epicentro" dell'Iss è stato fatto recentemente il punto della situazione: le buone notizie riguardano il fatto che la curva epidemica sia in calo, come affermato già alcuni giorni fa dall'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, e che è stato escluso che il "serbatoio" dei diversi contagi sia stata l'acqua potabile: "Dopo aver controllato la rete di distribuzione dell’acqua potabile è stata esclusa la possibilità di possibili collegamenti tra i diversi Comuni coinvolti – si aggiunge sul portale Epicentro – Sono comunque stati effettuati campionamenti alla rete idrica (più di 50 punti campionati) e presso le abitazione dei soggetti con diagnosi di legionellosi. Il campionamento per la ricerca del batterio Legionella pneumophila si sta ora concentrando sulle torri di raffreddamento degli insediamenti industriali della zona. Tutti i Comuni interessati sono situati vicino al fiume Chiese".
Sembra questa, la vicinanza al fiume Chiese, l'unico elemento che accomuna in qualche modo le oltre 200 persone (235 secondo l'Iss) che si sono rivolte al pronto soccorso per il più grave dei sintomi della legionella, cioè la polmonite batterica. La maggior parte dei pazienti sono maschi (oltre il 70 per cento), anziani e immunodepressi, o con fattori di rischio come il fumo. Due i decessi segnalati finora, in un caso è stata confermata la diagnosi di legionella: "L’inchiesta epidemiologica e microbiologica di tutti i casi è ancora in corso – spiegano dall'Iss – ed è finalizzata a trovare un’eventuale esposizione comune quale: frequentazione di ambienti, sia lavorativi che di svago o attività commerciali, partecipazioni ad eventi pubblici o altro. Sono inoltre in corso azioni specifiche per identificare la fonte e i metodi di trasmissione del batterio". Il peggio, in ogni caso, sembra essere ormai alle spalle.