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Lecco, parroco anti-Salvini a processo: don Giorgio de Capitani condannato per diffamazione

Il sacerdote lecchese don Giorgio De Capitani, 81 anni, è stato condannato per diffamazione ai danni del leader della Lega, Matteo Salvini. Al centro del processo c’erano quattro post pubblicati anni fa dal sacerdote sul suo blog, con insulti all’ex ministro. Ora il parroco dovrà pagare una pena pecuniaria di 7.500 euro oltre a un risarcimento all’ex ministro di 7mila euro.
A cura di Simone Gorla
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Il sacerdote lecchese don Giorgio De Capitani, 81 anni, è stato condannato per diffamazione ai danni del leader della Lega, Matteo Salvini, e dovrà pagare una pena pecuniaria di 7.500 euro oltre a un risarcimento all'ex ministro di 7mila euro. Al centro del procedimento penale c'erano quattro post, pubblicati dal sacerdote sul suo blog tra il maggio e l’ottobre di quattro anni fa.

Don Giorgio condannato per quattro post sul suo blog

La vicenda risale al periodo tra marzo e ottobre 2015, quando il sacerdote aveva pubblicato sul suo blog e sui social post ritenuti diffamatori nei confronti di Matteo Salvini che lo ha querelato. Lo scorso 23 ottobre il leader del Carroccio, assistito dall'avvocatessa Chiara Eccher, si era presentato in tribunale a Lecco e aveva risposto alle domande del Pm Paolo Del Grosso e degli avvocati Emiliano Tamburini e Marco Rigamonti, legali del sacerdote. Oggi nuova udienza in cui e' stato sentito il teste chiave, Luca Morisi, responsabile della comunicazione del leader del Carroccio, e la deposizione di don De Capitani. Il pm ha chiesto la condanna a una pena pecuniaria di 10mila euro, mentre la difesa ha invocato l'assoluzione "perché il fatto non costituisce reato".

La difesa del sacerdote: Commento su ruolo politico, non sulla persona

"La legge italiana è ottusa, ho pubblicato un commento sul ruolo e l'attività del politico, non sulla sua persona" si è difeso Don Giorgio, che si definisce un parroco di sinistra, perché "anche Gesù aveva fatto una scelta classista scegliendo i poveri", dal pulpito e dal suo blog è solito non mandarle a dire. Negli ultimi anni la sua ira si è più volte abbattuta sul leader del Carroccio, che l'ex parroco di Monte di Rovagnate (Lecco) negli ultimi anni ha definito "pezzo di m…", "sciacallo", "morto di fame", "politicamente analfabeta". Epiteti che ora gli sono costati la condanna.

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