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Marco Carta arrestato e rilasciato

L’avvocato di Marco Carta: “Non teme nulla dalle immagini delle telecamere”

“Se escono fuori le immagini, lui non può essere che contento, perché si professa innocente”, ha detto l’avvocato di Marco Carta. Il cantante è indagato, insieme a una sua amica di 53 anni, per il furto di sei magliette dal valore di 1200 euro alla Rinascente di Milano.
A cura di Enrico Tata
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Marco Carta
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Saranno decisive le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza della Rinascente per conoscere la verità sul presunto furto di sei magliette di cui è stato accusato Marco Carta. Per l'avvocato del cantante, Simone Ciro Giordano, il vincitore di Sanremo 2009 non teme nulla dall'analisi dei filmati. Anzi, sostiene, "se escono fuori le immagini, lui non può essere che contento, perché si professa innocente". Carta "è tranquillo perché è convinto della sua innocenza. Non sono emersi gravi indizi di colpevolezza, né elementi indiziari che giustificassero l'arresto. Nella serata di venerdì, quando Carta è stato bloccato dalle forze dell'ordine, il giudice non ha convalidato il suo arresto, ma solo quello della donna che si trovava insieme a lui, la 53enne Fabiana Muscas, infermiera, grande fan in seguito diventata amica intima del cantante.

La versione dei commenti della Rinascente

Ad accusare Carta e la sua amica sono alcuni commessi della Rinascente di Milano, per i quali il cantante e la donna sarebbero stati complici nel furto. Una ricostruzione che l'avvocato del vincitore di Amici e Sanremo 2009 definisce "non corretta". Carta e la donna dovranno affrontare un processo per direttissima fissato per il 20 settembre. Stando a quanto ricostruito, l'allarme alla Rinascente è scattato alle 20 e 30 di venerdì scorso. La Muscas, arrestata, aveva con sé un cacciavite e sei magliette dal valore complessivo di 1.200 euro a cui erano stati tolti gli ‘antitaccheggio'.

Questa la versione di un commesso:

"Vedevo entrambi i soggetti prelevare delle maglie al primo piano e con le stesse salire con le scale mobili fino al terzo piano; fatto ciò, li vedevo entrare nei camerini di prova dove rimanevano svariati minuti. In questa fase, la donna restava fuori e passava le maglie al ragazzo che si trovava all’interno. Finito di passare tutte le maglie, la donna dava la propria borsa personale al ragazzo, che poco dopo usciva dai camerini. Entrambi usciti dai camerini, notavo che in mano non avevano più le maglie prelevate. Seguivo sempre visivamente i soggetti e li vedevo salire con le scale mobili e andare al quarto piano, più precisamente nei bagni adibiti al pubblico (vedevo il ragazzo entrare e uscire immediatamente). Riprendevano le scale mobili fino al piano secondo, dove il ragazzo prelevava dagli espositori due costumi da uomo  e si recava alle casse per il pagamento. Riprendevano le scale mobili fino al piano terra, dove oltrepassavano le batterie antitaccheggio facendole allarmare".

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