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Lavoratori italiani pagati in moneta romena nel Pavese: il ministero del Lavoro invia gli ispettori

Il caso dei 70 lavoratori della Ceva Logistics di Stradella, nel Pavese, assunti tramite un’agenzia di lavoro interinale con contratti di lavoro romeni, arriva sul tavolo del ministero del Lavoro. Il ministro ha inviato gli ispettori per “verificare la regolarità dei contratti di lavoro attivati e il rispetto della normativa italiana e comunitaria in materia di distacchi transnazionali”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il caso dei 70 lavoratori della Ceva Logistics di Stradella, nel Pavese, assunti tramite un'agenzia di lavoro interinale con contratti di lavoro romeni, arriva sul tavolo del ministro Giuliano Poletti. Il ministero del Lavoro ha infatti inviato nell'Oltrepò pavese i suoi ispettori con l'obiettivo di "verificare la regolarità dei contratti di lavoro attivati e il rispetto della normativa italiana e comunitaria in materia di distacchi transnazionali", come si legge in una nota pubblicata sul sito del ministero.

La vicenda è finita alla ribalta dopo la denuncia del sindacato Filt-Cgil, che ha organizzato lo scorso venerdì anche uno sciopero davanti all'azienda. Settanta lavoratori sono stati assunti da una cooperativa che lavora per la Ceva Logistics, attraverso un'agenzia di lavoro interinale romena, la Byway Jpb Consulting srl. Di conseguenza il loro stipendio viene pagato in leu, moneta romena, con un livello retributivo inferiore ai colleghi ricompensati in euro: 5000 leu al mese, corrispondenti a circa 1100 euro. Ma l'aspetto più grave di questa vicenda, evidenziato dal segretario provinciale della Filt, Massimo Colognese, è che nella retribuzione dei 70 lavoratori mancherebbero le parti relative alla contribuzione e all'INAIL.

Si tratterebbe, in sostanza, di un escamotage per non pagare le tasse sul lavoro. Una pratica diffusa, anche secondo quanto affermato dallo stesso ministero, che nella stessa nota ha spiegato di aver chiesto agli uffici territoriali dell'Ispettorato nazionale del lavoro di "rafforzare ulteriormente l’attenzione nei confronti dei fenomeni di elusione della normativa lavoristica attraverso il meccanismo dei falsi distacchi transnazionali e, più in particolare, di assunzioni che solo fittiziamente sono effettuate all’estero con lo scopo di aggirare gli obblighi di carattere retributivo e contributivo nei confronti dei lavoratori".

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