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La moglie di Bozzoli, l’imprenditore scomparso: “Aveva paura ad andare in fabbrica”

A 14 giorni dalla scomparsa dell’imprenditore di Marcheno, Mario Bozzoli, le indagini degli inquirenti si concentrano sui rapporti tesi tra l’uomo e suo fratello, socio della fonderia e in procinto di avviare una nuova attività insieme ai due figli. Il fratello dell’imprenditore però ribadisce la sua innocenza.
A cura di Francesco Loiacono
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Quattordici giorni. Tanto è passato dalla scomparsa di Mario Bozzoli, imprenditore di Marcheno, in provincia di Brescia, di cui non si hanno più notizie dalla sera dell'8 ottobre. Gli inquirenti sono ormai sempre più certi che la soluzione del giallo sia nella fonderia, della quale Mario Bozzoli è proprietario a metà. L'altra metà è nelle mani del fratello dell'uomo, Adelio, con il quale negli ultimi tempi ci sarebbero stati diversi screzi. Ed è proprio su questi screzi, sui rapporti tesi col fratello e i suoi figli, nipoti di Mario, che sembrano essersi concentrate le indagini degli inquirenti. Sospetti avvalorati anche dalla denuncia della moglie dell'imprenditore, che secondo quanto riportato dal settimanale Giallo, avrebbe riferito che suo marito negli ultimi tempi "aveva paura". C'era "un clima di sospetto" da parte di Mario Bozzoli nei confronti dei nipoti che, a suo dire, "portavano via del materiale dalla ditta, per magari, rivenderlo e finanziare la loro nuova fonderia a Bedizzole". Frasi corroborate anche da quanto riferito da un operaio, rimasto anonimo della fonderia al Corsera: "Alla Bozzoli si lavora nel terrore".

Il fratello di Mario Bozzoli: "Sono innocente"

Il fratello di Mario, Adelio, in un'intervista ad alcuni quotidiani locali ha voluto ribadire la sua innocenza, specificando anche che, a causa della crisi, i due fratelli avevano deciso di rimanere insieme alla Bozzoli Srl, senza divisioni: "Lavoro con Mario da 40 anni, screzi ce ne sono stati, capita in tantissime famiglie", ha spiegato Adelio. Resta il fatto che, una volta rivelata la pista investigativa, i nipoti di Bozzoli sanno di essere sotto lo sguardo degli inquirenti.

Le indagini sono adesso concentrate sulla fonderia: si sa per certo che la sera della sparizione di Bozzoli ci fu una fiammata anomala negli impianti, come se un corpo estraneo vi fosse finito dentro. I forni erano stati riavviati: a occuparsene era Giuseppe Ghirardini, operaio trovato morto domenica 18 ottobre per cause ancora da chiarire, ma senza segni di violenza sul corpo. Un giallo nel giallo, due episodi molto probabilmente legati tra loro.

Per cercare eventuali tracce dell'imprenditore scomparso nei prodotti di lavorazione della fonderia sono in corso ulteriori accertamenti da parte della procura. Un gruppo di esperti sarà nominato a breve dal procuratore Tommaso Buonanno: tra loro anche l’anatomopatologo Cristina Cattaneo. Sarà un'indagine "lunga e costosa": tutto il materiale fuso e di scarto sarà analizzato per cercare corpi estranei. Il tempo è la costante del doppio giallo di Marcheno: servirà anche per avere i risultati tossicologici e le analisi di approfondimento dell’esame autoptico sul corpo di Ghirardini, affinché si possa stabilire con certezza cosa ne abbia causato la morte.

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