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La Lega: “Chiudere i luoghi di culto irregolari e riportare l’esercito in via Padova”

Il presidente del Municipio 2 di Milano, il leghista Samuele Piscina, chiede un giro di vite sulla sicurezza della sua zona, una delle più multietniche: “Riportare l’esercito e il comando della polizia locale nel Municipio”. Poi annuncia un censimento dei luoghi di culto irregolari (moschee e chiese di altre religioni) da chiudere: una lista è già arrivata in Regione. Sul tema il sindaco Beppe Sala rilancia: “Entro il 2018 Milano avrà la sua moschea”.
A cura di Francesco Loiacono
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Luoghi di culto irregolari da chiudere, esercito in strada e comando della polizia locale all'interno del Municipio. La Lega Nord, che presiede il Municipio 2 di Milano (uno dei più multietnici dal momento che comprende via Padova e l'area della stazione Centrale) chiede a Comune e Regione un vero e propri giro di vite per ripristinare la sicurezza nella zona, dove i cittadini "hanno paura di uscire di casa". Il virgolettato appartiene al giovane presidente di Municipio, Samuele Piscina, che con l'assessore alla Sicurezza Luca Lepore ha partecipato lo scorso giovedì a un Consiglio di Municipio straordinario alla presenza dell'assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino Carmela Rozza.

“Il grande numero di cittadini presenti giovedì sera testimonia come il Municipio 2 negli ultimi 5 anni sia stato totalmente dimenticato sotto il profilo della sicurezza. I problemi sono conosciuti ormai da anni, ma l’amministrazione comunale nel recente passato non è mai intervenuta per tutelare i cittadini", ha detto Piscina. Le sue richieste al Comune son chiare: "Ci sembra fondamentale riportare sia l’Esercito, sia le Forze dell’Ordine, ma soprattutto gli agenti della Polizia Locale nelle strade delle periferie, dove sussistono i veri problemi". Piscina chiede in particolare che il comando zonale della Polizia locale, al momento fuori dal territorio del municipio (è in via Settala), sia spostato all’interno, possibilmente lungo l'asse di via Padova.

La lista di moschee e chiese di altre comunità religiose da chiudere

Ma un altro tema caldo sul fronte della sicurezza, almeno secondo il Carroccio, è quello dei luoghi di culto irregolari: "Altra problematica non irrilevante sono i numerosi luoghi di culto irregolari presenti nel nostro Municipio. Regione Lombardia aveva chiesto ai comuni lombardi di segnalare i luoghi di culto abusivi presenti nel proprio territorio. Purtroppo il Comune di Milano ha deciso di non presentare questo censimento. Il Municipio 2 prende atto di questa scelta dell’Amministrazione comunale, ma non può rimanere a guardare mentre le regole non vengono rispettate. Per tale motivo abbiamo iniziato un censimento dei luoghi di culto del Municipio 2 che avremo cura di trasmettere appena completato a Regione Lombardia", afferma Piscina.

All'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali in realtà, come riporta il quotidiano "La Repubblica", una lista di luoghi è già arrivata. Comprende non solo moschee, ma anche chiese di altre comunità religiose. L'elenco provvisorio comprende le moschee della Bangladesh Cultural &Welfare association di via Cavalcanti 8, di via San Mamete 76, dell'associazione culturale Al Nur di via Carissimi 19, della Casa della Cultura islamica in via Padova 144, dell'Alleanza islamica d'Italia di viale Monza 50 e di via Arbe 93. In aggiunta ci sono la chiesa evangelica di via Teocrito 45, la chiesa cristiano copta di via Gluck 46, quella evangelica cinese di via Antonio Fortunato Stella 2, la chiesa Unita Pentecostale Internazionale di via Carta 21, la chiesa cristiana evangelica delle Assemblee di Dio in Italia di via Matteo Maria Boiardo 10 e la missione Evangelica Maranata D'Itália in via Privata Pericle 9.

Il sindaco Sala rilancia: "Entro il 2018 prima moschea a Milano"

Tutti luoghi di culto che Piscina vorrebbe che fossero "contrastati" dalla Regione Lombardia, "pur sostenendo il principio della libertà di culto". Una formula che racchiude in realtà l'impasse sul tema che si è creato anche con le doppie iniziative di Regione e Comune per l'edificazione di nuove moschee e luoghi di culto. Da un lato c'è un principio costituzionale da garantire e che non trova ancora applicazione in una città come Milano, che conta circa centomila islamici. Dall'altro norme regionali che contrastano questo principio (lo ha detto la Consulta), ma che hanno spinto comunque il Comune ad annullare il bando sui luoghi di culto indetto dalla passata giunta Pisapia. Un pasticcio che scontenta tutti e da cui il sindaco di Milano Beppe Sala ha provato a tirarsi fuori facendo una promessa: "Entro il 2018 Milano vedrà la prima moschea. Se ci saranno progetti su aree private, nell'estate di quell'anno potranno partire i lavori", ha detto all'assemblea di Sinistra per Milano. Nel frattempo, però, non si potrà certo impedire ai fedeli di pregare il proprio Dio.

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