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La Corte dei Conti della Lombardia: “Corruzione malattia infettiva epidemica”

Durante l’apertura dell’anno giudiziario, il procuratore generale della Corte dei Conti lombarda Antonio Caruso ha sottolineato come la corruzione sia una “malattia infettiva epidemica”. Caruso ha citato l’ultimo scandalo nel mondo della Sanità, sottolineando come il ritorno dei controlli preventivi e un maggiore accesso agli atti possano aiutare a contenere la piaga. Maroni si è detto d’accordo e ha rilanciato l’istituzione di un’Autorità anticorruzione regionale.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo gli ultimi scandali relativi alla Sanità lombarda, i magistrati della Corte dei Conti regionale nella cerimonia di apertura dell'anno giudiziario non potevano che puntare il dito contro la piaga della corruzione, definita una "malattia infettiva epidemica". Le parole sono del procuratore generale Antonio Caruso, che nella sua relazione di inizio anno senza troppi giri di parole ha fatto riferimento agli ultimi arresti che hanno riguardato, tra gli altri, il presidente della commissione Sanità Fabio Rizzi.

Gli antidoti: controlli preventivi e maggiore accesso agli atti

Che d'altronde la corruzione sia talmente diffusa, sia in Lombardia che in tutta Italia, lo dimostrano anche le parole di Raffaele Cantone, il magistrato a capo dell'Autorità nazionale anticorruzione che ha lamentato scarse risorse rispetto alla mole di lavoro che l'Anac si trova a gestire. Declinata in salsa lombarda, per il pg Caruso la corruzione oltre a determinare un danno economico legato non solo alle "tangenti" vere e proprie, ma soprattutto alla distorsione nelle procedure di assegnazione degli appalti, è anche all'origine del fiorire di quegli imprenditori attivi nella cosiddetta "area grigia": una fascia in cui girano lobby di corruttori, spesso legati al mondo della criminalità organizzata e difficilmente individuabili.

Il pg Caruso ha anche individuato alcuni antidoti al dilagare della corruzione: in primis il ritorno dei controlli preventivi da parte della magistratura contabile sulle scelte e sugli appalti della Regione. In secondo luogo, una maggiore facilità di accesso agli atti per tutti. Bisogna andare oltre il "whistleblowing" (le cosiddette gole profonde che forniscono informazioni dall'interno su presunti atti corruttivi) e ai controlli interni, permettendo alla Corte dei conti di intervenire subito.

Maroni: Sì a controlli preventivi. E rilancia un'Autorità regionale

Le parole del procuratore generale hanno trovato sostanzialmente d'accordo il governatore Roberto Maroni, impegnato a rimediare al "danno di immagine" causato dall'inchiesta che ha travolto un suo fedelissimo come Rizzi. Maroni ha aperto alla proposta di Caruso di reinserire il controllo preventivo, dicendosi pronto a un incontro nei prossimi giorni perché "prima si parte in questa direzione e meglio è". Il governatore della Lombardia ha poi ribadito la volontà di istituire anche in regione un'autorità anticorruzione sul modello dell'Anac: "L'abbiamo chiamata Arac (Autorità regionale anticorruzione)". Si dovrà trattare di un ente con veri poteri di intervento.

L'intervento del pg Caruso, oltre al riferimento alla corruzione, ha toccato anche l'altro scandalo noto come Rimborsopoli: i rimborsi elettorali che numerosi ex consiglieri regionali (nel periodo tra il 2008 e il 2012) hanno intascato per fini personali. Almeno sul fronte contabile, l'attività della Corte dei Conti ha portato parte dei soldi indebitamente intascati nuovamente nelle disponibilità delle casse regionali: le 38 contestazioni fatte finora dalla magistratura contabile hanno infatti portato alla restituzione di 1,2 milioni di euro.

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